Caro Preside Demetrio Caccamo, ti scrivo questa lettera aperta per esprimerti la rabbia di chi osserva dall’esterno un mondo complicato come quello della scuola. In altri Paesi non solo europei a chi insegna è riconosciuta professionalità autorevolezza e un importante ruolo sociale. In Italia invece la categoria degli insegnanti è spesso poco considerata e, in alcuni casi, persino derisa dall’opinione pubblica. Negli ultimi anni si sono tagliati insegnati e professionalità e, complice anche in qualche caso anche il centro-sinistra, si sono ridotti gli strumenti con cui poter insegnare. Si è pensato che un Paese potesse aumentare il proprio pil senza preparare la futura classe dirigente senza una adeguata e moderna formazione. È allora caro Preside Caccamo di che ti lamenti se in tante scuole lombarde inizierà l’anno scolastico senza il responsabile del plesso scolastico. Pensi che qualcuno si lamenterà? pensi che qualche giornale o qualche televisione si interesserà se a settembre quasi 500 scuole non avranno un Preside. Penso caro Preside Caccamo cosa succederebbe se in Lombardia, dopo le ferie estive, oltre 500 aziende con una media di 500 dipendenti dovessero riaprire senza un capo gerarchico di quelle imprese. Cosa succederebbe? Posso solo immaginare caro Preside Caccamo cosa potrebbe accadere. La scuola invece è considerata una vecchia istituzione figlia di un altro periodo storico quasi anacronistica. E allora a chi può importare di quello che accade al proprio interno. Ora caro Preside ci saranno nuovi Ispettori ministeriali che verificheranno che nessuno ha imbrogliato le prove d’esame. Che nessuno delle migliaia di docenti che ogni giorno si confrontano con tantissimi studenti non ha copiato o non è stato avvantaggiato. È chissà cosa penseranno i ragazzi che guarderanno i loro professori in classe.Caro Preside Caccamo, il tuo titolo è sospeso fino a data da definirsi. Un titolo sospeso come quello delle migliaia di precari della scuola che da tanti anni, alcuni anche da oltre trenta, sono professori da settembre a giugno e poi perdono per il periodo estivo titolo e stipendio e aspettano. Attendono con ansia che nei cartelloni dei Provveditorati (come si chiamavano un tempo) compaia anche il loro nome. Per poter vivere, insegnare e lavorare. Aspettano una risposta proprio da quei funzionari che hanno combinato il pasticcio dei Presidi. Pensa che caso strano caro Preside Caccamo. E allora in bocca al lupo caro Demetrio. Per noi quel concorso lo hai già vinto moralmente. È se lo Stato non ti garantirà quel l’incarico ti chiameremo Preside ogni volta che ne avremo occasione per spiegare a chi ci ascolterà l’ingiustizia che hai subito.
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