Ho l’impressione che l’on. Toninelli non sappia di cosa parli quando si riferisce ad un “Banco Popolare di Lodi” in realtà mai esistito e sostiene che la riforma del settore creditizio prospettata dal Governo comporti la trasformazione in Spa di tutte le banche popolari, mentre il cambiamento riguarderebbe solo gli istituti di maggiori dimensioni (le 10 con attivo superiore a 8 miliardi di euro, su un totale di 70; anzi, probabilmente 11, alla luce dell’annunciata fusione tra le popolari dell’Alto Adige e di Marostica). Bastano queste vistose falle nella sua conoscenza della materia per capire l’intento esclusivamente polemico delle accuse che mi rivolge, all’insegna di improbabili teoremi che stabiliscono fantasiose connessioni tra le vicende dell’ex Banca Popolare di Lodi e Mps e di enfatici allarmismi su una presunta svendita delle Popolari italiane a fantomatici “speculatori internazionali” . Sulla proposta del Governo si può essere più o meno d’accordo, ci si può confrontare e magari portare un contributo costruttivo, anche partendo da posizioni diverse: se invece l’onorevole Toninelli è interessato solo a fare un po’ di “rumore”, meglio lasciar perdere.
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