Rubriche/Lettere
Giovedì 06 Ottobre 2011
L’indifferenza del Comune per il proprio patrimonio storico
È ora che l’amministrazione comunale di Melegnano smetta questa politica di indifferenza del proprio patrimonio storico-architettonico le cui conseguenze sono l’abbattimento continuo di edifici storici. È infatti insito nel mandato di chi ci governa, conservare il patrimonio culturale del territorio amministrato. A Melegnano la salvaguardia di questi edifici storici, invidiabile patrimonio, che sono, poi, quelli che, più di tutti, caratterizzano la cittadina e la comunità melegnanese, dovrebbe essere scontata e invece non lo è. Anzi... Un’amministrazione pubblica non può far prevalere l’interesse di privati a discapito di quelli collettivi, L’amministrazione comunale non ha ancora risposto alle nostre richieste di far chiarezza attorno alla vicenda dell’edificio demolito, poco tempo fa, sempre in Via Castellini (non ci risulta che il progetto prevedesse l’abbattimento), e ora fa demolire anche questo edificio, seppur di minor pregio, senza nemmeno richiedere un’indagine archeologica finalizzata allo studio dell’antichità dei luoghi nella “ad milium nonum”, famoso crocevia romano (da ciò la necessità di un’indagine archeologica soprattutto in zona di centro storico), su cui viviamo ma di cui non sappiamo assolutamente nulla. Inoltre l’amministrazione comunale non ha ancora fatto chiarezza sul futuro di Palazzo Spernazzati, sito di fronte alla demolizione di ieri. Ad aggravare ancora il quadro di per sé già drammatico, nel PGT, si vuole concedere un consistente aumento di cubatura all’antico Palazzo Visconti (tra piazza Matteotti e Piazza Garibaldi) per cui abbiamo presentato le nostre osservazioni. Se il comune di Melegnano non cambia rotta è ridicolo che affidi a membri della nostra associazione gli studi e la mappatura degli edifici medievali senza fare una vera politica di conservazione degli stessi.Non dobbiamo essere noi a dover ricordare alle amministrazioni il loro dovere in questo senso. Esiste il codice dei beni culturali, legge dello stato, che va oltre a quelle comunali e di cui i rappresentanti dello stato italiano dovrebbero esserne i primi custodi, come dovrebbero esserlo della storia e della cultura. Sono le amministrazioni che devono avvisare le soprintendenze competenti, per ogni intervento su edifici storici, richiederne la “verifica d’interesse” e non dovrebbe essere la nostra associazione a dover correre dietro ad ogni situazione per mettere una pezza nelle azioni di tutela (risultando anche «antipatici»). È vero che gli enti locali hanno problemi economici o altre questioni anche più importanti, ma non servirebbero comunque le leggi, per conservare la storia dei nostri padri, se ci fosse un reale attaccamento al paese amministrato e alla sua cultura. Ciò che abbiamo ereditato dai nostri avi è sì un diritto, ma anche una responsabilità. Basterebbe poco per il mantenimento corretto dei nostri beni storici. Ci siamo già messi a disposizione dell’amministrazione comunale per dare il nostro consulto gratuito su interventi edilizi inerenti a edifici storici, ma non siamo mai stati coinvolti.
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