Egregio Direttore, ho diretto,come è noto, il reparto di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Codogno dal 2004 al 2006. Da anni ormai vengo informato delle polemiche sulla sopravvivenza dello stesso e sulla complessa articolazione delle strutture sanitarie lodigiane.
Adesso leggo della preoccupazione dei sindacati medici sulla sopravvivenza stessa dell’ospedale per acuti. In particolare la difesa del mantenimento delle cosiddette strutture complesse e relativi primariati. Hanno ragione: un ospedale che non rinnovi i primariati, inevitabilmente, è destinato al ridimensionamento. Nella mia breve presenza a Codogno avevo subito sottolineato che quattro presidii ospedalieri nella provincia lodigiana risultavano, anche in un confronto con realtà limitrofe, esorbitanti.
Al sottoscritto addirittura venne proposto ancora il mantenimento di attività anestesiologiche nel presidio di Casalpusterlengo. Ho sempre sostenuto che andava potenziata l’attività di Codogno, al netto di localismi politici e personalismi carrieristici. Ho operato in tal senso, dando un netto sviluppo alle attività di Codogno e migliorando concretamente gli indicatori di efficienza e qualità del reparto. Purtroppo sono stato letteralmente attaccato su tutti i fronti. Nessuno ha compreso, o ha finto di non comprendere, quale fossero i miei obbiettivi. Nessuno mi ha sostenuto. Come noto non sono stato più confermato nel mio ruolo.
Da alcune accuse - di rilevo addirittura penale - mi sono già liberato nelle sedi opportune. Attualmente - come il suo giornale ha riportato - sono impegnato in una causa per diffamazione che ho intentato nei confronti dell’allora Direttore Generale, che ha avuto parole denigratorie verso la mia persona ed il mio lavoro. Ho ritenuto giusto farlo per difendere non solo e non tanto la mia persona (modestamente vanto già tanti detrattori e di notevole livello), quanto il lavoro ed i progetti che avevo condiviso con i tanti collaboratori che ne avevano compreso l’importanza e non mi hanno mai fatto mancare il loro appoggio e la loro elevata professionalità.
del dottor Mario Riccio
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