Lodi: dopo 60 anni in stazione nessun aiuto per i più deboli

Gentilissimo signor Direttore, faccio scrivere questo mio appello sul sito di mia nipote, perché dal 2007 ho tolto definitivamente il mio sito personale per 2 motivi: il primo è dato dal fatto di aver problemi di vista che mi impediscono di vedere sul video ciò che voglio scrivere. Il secondo è dato dal fatto che fino al 2007 e oltre non c’era nel mio paese (Massalengo) l’Adsl se non pagando, di tasca propria, l’installazione ad un Server privato, non sempre disponibile e affidabile… ciò che doveva essere fatto per legge dalle istituzioni molto tempo fa... Il motivo che mi spinge a scrivere questo appello è un altro, che la prego di non relegare in un angolo remoto del suo glorioso giornale (impaginazione permettendo) bensì di evidenziarlo a chi è vicino alle attuali ginocchia di Giove di Lodi e non solo. Vengo al dunque direttamente e cioè: - Per ben 2 volte, nel mese di giugno scorso, sono andato ad accompagnare alla stazione ferroviaria di Lodi dei miei amici anziani, marito e moglie, provenienti da Milano, di salute assai precaria (più di me e, che a 78 anni suonati, mi sono sentito in dovere di aiutare a portare il loro bagaglio). I loro bagagli non erano molto pesanti, tutta via, pur essendo maneggevoli facevo fatica egualmente a scendere e salire le scale della stazione e caricarli sulla mia auto parcheggiata… Un ragazzo di colore – mosso a pietà - mi ha aiutato facilmente (per lui) a superare questo ostacolo. Ovviamente l’ho ringraziato, perché era il minimo che potessi fare. Qualche settimana dopo si è ripetuto lo stesso episodio, con la differenza che questa volta un giovanottone di colore molto ben curato nel vestire e con una cartelletta sotto il braccio (molto probabilmente uno studente universitario pendolare) senza profferire parola mi ha tolto di mano i bagagli e con grande facilità (per lui) ha fatto lo stesso percorso che le ho detto prima. Anche stavolta ho ringraziato, ma egli mi ha guardato, è proprio il caso di dirlo, dall’alto in basso come per dirmi “… se non ci fossimo noi che veniamo da lontano ad aiutare un popolo vecchio e ipocrita, sareste ancora lì a disquisire … di cose inutili… “. Lodi, dopo sessant’anni di democrazia con tutte le forze politiche che si sono avvicendate alla guida delle varie istituzioni – comune, provincia, ferrovia e chi più ne ha più ne metta - non è stata capace di costruire uno straccio di ascensore o altre diavolerie, per aiutare effettivamente i più deboli. Volutamente non voglio entrare nell’ambito della ipocrita polemica politica, religiosa e così via, rimango strettamente legato ai fatti semplicemente descrivendo le mie esperienze giovanili, che per questioni di lavoro mi portavano in Italia e all’estero. Notavo, per esempio, in Germania alla fine degli anni Ottanta, l’uso del treno pendolare, per altro abbastanza caro, ove i ciclisti potevano salire e scendere con il proprio mezzo in treno, in qualsiasi porta del treno stesso, senza nessun gradino interposto - in tutte le stazioni. Potrei essere tacciato del fatto che “ l’erba del vicino è sempre più verde” ma a queste persone rispondo facilmente che solo pochissime stazioni ferroviarie italiane, molto meno importanti di Lodi, hanno curato questo aspetto non secondario, segno evidente di una sensibilità diversa dei preposti e non solo di disponibilità economiche. Ho anche parlato con un ex consigliere comunale influente di Lodi, dei tempi andati, il quale mi ha detto che oltre trent’anni fa aveva fatto un interrogazione in comune a Lodi. Non è successo niente. La sua coscienza (dell’ex consigliere) è a posto e se il problema rimane bisogna fare un plauso (o un inutile osservazione) ai dirigenti politici e non solo che si sono succeduti in sessant’anni di democrazia, accettando magari le loro tesi… certamente giuste… Ma il problema rimane con buona pace delle coscienze e magari pronti a battere i pugni sul tavolo europeo per richiedere i finanziamenti a suo tempo spesi magari per altri problemi più importanti e urgenti, lasciando soli gli ultimi e scrivendo un buon articolo, anche ipocrita che giustifica la nostra (italica situazione) con l’orgoglio di essere stati la ex settima o ottava potenza industriale mondiale. Non mi aspetto che questo mio appello possa risolvere l’annosa problematica, ma non accetterei certamente le scuse o i pretesti di qualche politico rampante o di qualche ente che non tiene conto sicuramente della regola d’oro, uguale per tutti i popoli, di qualunque religione che dice: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” cioè AMALI!!! E poi “fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”, che è la stessa cosa: AMALI!!! Questi sono pensieri di pace di Chiara Lubich. Grazie per l’ospitalità e l’attenzione da un vecchio brontolone che non ha potuto fare niente a suo tempo.

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