Ma come si permette Cavalli di gettare fango su Maleo?

Egregio direttore, mi sento in obbligo di intervenire dopo aver letto un virgolettato, sul sito internet de ‘Il Cittadino’, attribuito al signor Giulio Cavalli, secondo cui, mentre a Zelo Buon Persico avrebbero contrastato la mafia «Il comune di Maleo, dove alla poltrona di sindaco sied … ci è colpevolmente cascato».

Ora, io posso capire le dialettiche politiche, più o meno corrette, ma non posso accettare che, nel goffo tentativo di screditare il Presidente della Provincia (della cui rettitudine non ho dubbi), si getti fango gratuito su una intera amministrazione comunale, composta, oltre che dal Sindaco, da Assessori, Consiglieri, Funzionari, Dipendenti…

Ma come si permette, ‘sto Cavalli, di dire che a Maleo ci sono “cascati”? E addirittura “colpevolmente” nel far lavorare una ditta che poi è risultata essere in odore di mafia? Una ditta che si era aggiudicata un’altra quarantina di gare nel nord Italia!

Per cominciare, Cavalli dovrebbe sapere che nelle procedure d’appalto gli amministratori non hanno alcun potere d’ingerenza. In secondo luogo a Maleo, da parte degli amministratori, vige il pieno rispetto per il lavoro dei funzionari, i quali assumono personalmente le responsabilità penali, che conduce all’aggiudicazione di un lavoro o di una fornitura. E, fino a prova contraria, a Maleo, nel 2007, si sono svolte procedure del tutto regolari che hanno condotto all’affidamento del servizio di raccolta rifiuti ad Italia 90.

Il certificato antimafia, che nel 2009 non è arrivato a Zelo Buon Persico ostando alla stipula del contratto, vicenda da cui si sarebbero sviluppate le indagini, a Maleo, nel 2007, era pervenuto regolarmente. Del resto i funzionari, di un comune non sono titolati a svolgere indagini suppletive, loro devono assicurare il rispetto delle procedure: se poi, gli stessi funzionari, si trovano ad avere per le mani una normativa, dettata dallo stato, insufficiente a garantire l’assenza di infiltrazioni mafiose, questa è un’altra storia

Non conosco personalmente il signor Giulio Cavalli, avevo letto qualcosa delle sue vicende di cantastorie con la scorta, nonché della sua più recente elezione al Consiglio Regionale: mi era del tutto indifferente, anche se nutro fortissime perplessità sulla formazione politica che lo ha arruolato.

Ora ho cercato di inquadrarlo meglio, con una sommaria ricerca su internet, scoprendo che, pur avendo grossomodo la mia età, ha un curriculum artistico di tutto rispetto. Nell’impegno politico, molto similmente alla Minetti, è passato direttamente alla parte “nobile”, quella da dieci mila euro al mese per intenderci. Evidentemente, Cavalli, dice cose del genere perché non si è mai arrabattato quotidianamente, come molti amministratori lodigiani, mettendoci spesso del proprio.

Allora, dal basso, ma con l’autorevolezza tributabile a chi può vantare vent’anni di interesse per il suo territorio, tra cui sette con responsabilità amministrative, invito il signor Cavalli, ad essere un poco più cauto in quel che afferma, non perché si pensi che ci sia davvero qualcuno che voglia fargliela pagare, ma perché, invece, ritengo che meritino più rispetto le fatiche quotidiane di amministratori e lavoratori, onesti, dei nostri paesi.

Questa vicenda mi fa salire la ‘nostalgia’ della prima repubblica, almeno del primo periodo, dove chi emergeva era davvero di spessore umano. Senza dilungarmi in una teoria contro gli improvvisati della politica, non è qui il caso, esorto, pubblicamente il signor Giulio Cavalli a riscontrare meglio, almeno quando è fuori dal teatro, i suoi liberi pensieri prima di consegnarli al dominio pubblico, evitando di infangare indebitamente schiere di persone.

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