Caro direttore, cari lettori, esprimo in queste poche righe, la rabbia lo sconforto e il senso di violazione che la mia famiglia ed io abbiamo subito e stiamo cercando di metabolizzare.Le emozioni di cui parlo sono certamente comuni a tutti quelli che hanno subito una infrazione a casa propria a scopo di rapina, infatti ieri sera verso le 17:30 nella casa dei miei genitori, nel comune di Colturano, si sono introdotti furtivamente dei delinquenti che hanno letteralmente distrutto le camere da letto e divelto la cassaforte di casa sottraendola dalla muratura, inutile dire che l’intervento dei vicini insospettiti e successivamente dei carabinieri seppur lodevole non è stato sufficiente a cambiare l’epilogo della vicenda. A molti penso sia comune il senso solitudine e sconforto derivante in piccola parte dai ricordi preziosi che ognuno di noi conserva ma soprattutto dal senso di violazione e di violenza al quale chiunque è potenzialmente esposto.
Quello sul quale invece rifletto è forse qualcosa che nasce più in profondità, vedere mia madre settantenne che soffre nello sconforto di non poter lasciare al proprio figlio i ricordi di una generazione mi ha fatto ricordare che nulla possiamo contro queste persone, perché purtroppo non possiamo difenderci fisicamente perché altrimenti possiamo essere denunciati per lesioni, non possiamo chiuderli in casa altrimenti passiamo per sequestratori, io desidero esprimere anche se pur bisbigliando in un mare di urli questo disagio che ogni cittadino vittima ha provato e prova.
Dove è la giustizia? Dove sono i valori che la comunità dovrebbe coltivare e perseguire, dove sono quelle idee politiche che tutelano i giusti e condannano i delinquenti. Queste persone viaggiano su una auto più bella della mia, vivono in case più belle delle nostre vivono senza regole senza fatica senza ordine e non sono perseguitati come dovrebbero.
Ringrazio solo il cielo che nessuno della mia famiglia fosse all’interno, altrimenti al posto di uno degli ormai numerosi spiacevoli episodi (è il secondo in 18 mesi) potevamo trovarci davanti all’ennesimo atto di violenza.
Ad oggi ci restano i ricordi che nessuno potrà derubare e un cartello: in questa casa nessun prezioso, solo cibo.
Grazie dell’attenzione e di aver ascoltato uno sfogo tra tanti.
Andrea Donadoni
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