Mi hanno scagionato, vi ringrazio per il sostegno

Egregio direttore, è con grandissima soddisfazione personale che posso finalmente comunicare a Lei e ai cittadini tutti del Lodigiano che dopo quasi 4 anni di amarezza venerdì 19/12/2014, presso la Corte d’Appello del Tribunale di Milano sono stata pienamente assolta da ogni addebito precedentemente ascrittomi per non aver commesso il fatto e nonostante l’avvenuta prescrizione nel frattempo intercorsa inerente alla denuncia alla Procura della Repubblica a suo tempo sporta da Soprintendenza e dal Comune di Ospedaletto Lodigiano per moltissimi abusi edilizi che secondo questi Enti avrei commesso durante l’immane lavoro di recupero del Complesso storico dell’Antico Monastero dei Gerolomini da me acquistato nel 2005 in completa rovina che a prezzo di enormi sacrifici è stato riportato al suo iniziale splendore da questa proprietà senza alcun aiuto economico da parte dei soggetti Istituzionali. Come Lei ben ricorderà egregio Direttore mi sono sempre professata innocente perché sapevo di esserlo per non aver mai in alcun modo, né direttamente né indirettamente commesso o fatto commettere, quanto mi veniva allora addebitato da quei funzionari della Soprintendenza di Milano che non perdevano occasione per crearmi difficoltà di ogni tipo. Nonostante la sentenza di primo grado avesse stralciato moltissimi dei capi di accusa inizialmente addebitatimi da Soprintendenza, mi condannava comunque,seppur temporaneamente, al pagamento di un’ammenda importante che aveva leso la mia persona per quello che più ha inciso per questi quattro anni di sofferenza è cioè subire un’onta e una macchia che poteva diventare indelebile alla mia dignità e ad una sempre onorata carriera prima di politico lodigiano e poi di parlamentare nazionale. Ricorrevo quindi alla Corte d’Appello per ottenere giustizia, avendo avuto sempre la certezza di essere innocente e nutrito la massima fiducia nella Magistratura. Infatti la sentenza di primo grado mi colpiva anche in modo più grave, in quanto, secondo quanto stabilito dal Giudice di primo grado avrei dovuto “ripristinare” quanto “abusivamente” avevo, secondo sempre Soprintendenza, demolito o fortemente danneggiato. La cosa appariva ancora più grave rispetto a quanto già esposto precedentemente, poiché secondo me, dopo aver speso ingenti cifre ed essermi indebitata con alcuni mutui per sostenere l’immane spesa profusa, tutto avrebbe dovuto essere di nuovo distrutto e ciò che avevo fatto per consolidare, recuperare e riportare al primario splendore, almeno per quanto riguarda parte del Chiostro e del Palazzo principale sarebbe stato annullato con un colpo di spugna e 10 anni della mia vita nonché le ingenti spese già effettuate sarebbero andati completamente perduti. Come Le ebbi a dichiarare attraverso una mia precedente in data 29/05/2014, non ho esitato quindi a ricorrere in Appello, pur amareggiata, ma con la fiducia piena che oggi, con mia grande soddisfazione, trova accoglimento nel lavoro e nella sentenza della Magistratura che ha finalmente letto i documenti nella maniera corretta e prestato ad essi la massima attenzione, scagionandomi così da ogni responsabilità per tutti gli abusi edilizi per i quali, non esito a dire, sono stata ingiustamente colpita, in quanto mai commessi. Se colpa mi deve essere ascritta è quella di essermi innamorata di un bene completamente in rovina e non averlo visto come appariva in realtà ma come avrebbe potuto tornare a vivere nel suo splendore, seppure non più con la funzione monastica. Ho amato questo posto sin dal primo sguardo e l’ho acquistato pensando di poter essere di aiuto anche al ns. Paese., contribuendo così nel mio piccolo in modo sostanziale al recupero e alla salvezza di questo importante Bene Nazionale che considero non solo mio ma anche del Popolo Italiano. Ma mi aspettavo anche un aiuto economico da Soprintendenza che non mi è mai stato dato, nonostante le molteplici promesse e gli importanti documenti in mio possesso. La prego quindi. egr. Direttore. se crede, di dare ampio risalto, come Le sarà possibile, a questa mia sospirata assoluzione piena, che ha visto la mia persona completamente scagionata per non avere commesso alcun fatto ascrittomi da Soprintendenza ma che per quattro lunghi anni mi ha fatta comparire su internet come “Onorevole condannata”. Egr. Direttore La ringrazio moltissimo per il sostegno morale che sempre mi ha dato Lei e il giornale che rappresenta. Ringrazio e ricordo sempre con grande affetto i cittadini di Lodi perché è dal Consiglio Comunale di Lodi che ho iniziato la mia opera di servizio, prima alla città poi alla Nazione, sempre onestamente e attenta a tutte le infinite richieste di aiuto che mi pervenivano in ogni momento e da ogni luogo, da persone, soggetti o rappresentanti di Enti che sempre hanno trovato nella mia opera corretto e disinteressato positivo riscontro. Di ciò, della fiducia che i lodigiani mi hanno in quel tempo dato, io serbo un vivido e grato ricordo. Voglia gradire non solo Lei. dott. Pallavera. ma anche tutti i componenti della redazione e del giornale al completo, comprese le loro famiglie, i miei più cordiali auguri di buon S. Natale e felicissimo Anno Nuovo!

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