Mio fratello non ha mai offeso Giuliana Cominetti

Gentile direttore Pallavera sino ad ora mi sono tenuto fuori da qualsiasi commento allo svolgersi della campagna elettorale, per stile e per indole, essendo il fratello del nuovo Sindaco Simone Uggetti. Ho letto con molta attenzione le sue pagine in questi mesi, ho assistito ai molti dibattiti e ho seguito anche la tribuna elettorale mandata in onda su Rai 3 nei giorni scorsi. La lettera di oggi 13 giugno del fotografo Mazza mi però mi spinge a scriverle, anche forse solo per vedere se qualcuno potrà riuscire a esaudire la mia curiosità. Ancora oggi Mazza (come tutta la compagine del centro destra in questi mesi) lamenta quanto la Signora Cominetti sia stata in tutte le salse vittima di attacchi personali denigratori, ma in tutta onestà, avendo seguito la campagna da vicinissimo, non sono riuscito proprio a individuarli. A recapito di Simone Uggetti sono arrivati nell’ordine: un volantino anonimo fintamente leghista che lo accusava delle più assurde nefandezze, manifesti strappati, manifesti coperti da altri manifesti forse ancora fintamente leghisti, scritte volgari sempre sui manifesti. Per non parlare delle calunniose falsità fatte artatamente circolare sotto voce in merito allo stile di vita condotto da mio fratello. A chi si deve tutto ciò? Non lo sapremo mai perché non si ha avuto il coraggio di criticare apertamente un progetto politico ma ci si è rifugiati vigliaccamente nell’anonimato. Nonostante tutto, Simone Uggetti è andato avanti per la sua strada, in mezzo alla gente, nei dibattiti a proporre l’idea di città contenuta nel programma di centro sinistra. Programma, per inciso, costruito ascoltando le esigenze dei cittadini e delle forze politiche, organizzando serate tematiche ad hoc e raccogliendo critiche e suggerimenti da parte di tutti, apertamente. Serenamente e democraticamente, come è stato fatto sin dalle primarie. Primarie, anche qui mi permetto, aperte a tutti, a cui la Signora Cominetti anche in questo caso inspiegabilmente ha deciso di non partecipare.Per tornare però al tema principale della mia lettera: alla Signora Cominetti è stato indirizzato il volantino dei Giovani Democratici, firmato con tanto di logo e mittente responsabile, che ripercorreva la storia politica della candidata, senza esprimere però - attenzione – alcun tipo di giudizio sulla persona. Sono due piani ben differenti. La critica politica c’è stata, com’è logico che sia in campagna elettorale, quella personale MAI. Quindi, potrebbe la Signora Cominetti, o qualcuno del suo accalorato staff, farmi finalmente sapere almeno ora, terminata la campagna elettorale, quali sono stati questi attacchi personali vergognosi e ingiustificati? Uggetti al Teatro del Viale le ha risposto «è la democrazia bellezza», certo, ma è una citazione cinematografica per chi non lo sapesse e non certo un epiteto riferito alla competitor. Forse una cosa ha capito la Signora Cominetti: davanti alla scarsità dei suoi argomenti e alla spregiudicatezza dell’operazione politica che l’ha messa a capo di Lega e PDL, fare la vittima poteva essere una buona carta da tentare, come probabilmente le ha insegnato il suo mentore Berlusconi, mittente finale di una lettera a suo sostegno. Mi sorge solo una domanda: prendendo in esame i fatti e gli episodi della campagna elettorale, non è che forse la Signora Cominetti abbia sofferto di sindrome da vittimismo al contrario? In tutta evidenza dal voto si evince che non è col vittimismo che ci si guadagna la fiducia dei cittadini, ma con la forza delle proposte e con la serietà. Grazie direttore per la gentile ospitalità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA