Non deve essere calpestata la dignità di chi ha bisogno

Sono una volontaria del Centro San Bassiano della Caritas di Lodi. Il Centro San Bassiano si occupa di ritirare, dividere, scegliere i capi di vestiario e poi darli a chi ne fa richiesta. Arrivano giornalmente tanti, tantissimi sacchi, sacchetti, contenenti ogni tipo di abbigliamento, scarpe, biancheria per la casa, lenzuola e ancora piatti, stoviglie, posate e altro ancora. Noi ringraziamo tutti e siamo ben lieti che ci siano tante persone attente che ci aiutano e soprattutto aiutano chi non ha nulla e vi assicuriamo che sono tante e che aumentano sempre di più. Apriamo i sacchi e troviamo tantissimi capi di vestiario in ordine, puliti, profumati e soprattutto in ottimo stato: mah, che dire di quelle persone (più di quanto si possa pensare) che ci fanno avere scarpe rotte, gonne scucite, giacconi sporchi, pullover talmente infeltriti che neanche un neonato potrebbe indossarli. Noi diciamo a quelle persone, a cui diamo il beneficio della buona fede, che non ne abbiamo bisogno, che non li vogliamo perché noi crediamo che chi viene da noi ha un disagio e che spesso si vergogna di chiedere alla Caritas perché vorrebbe potersi permettere di comperare per sé e per i propri figli quello di cui ha bisogno, ma non può, non ha soldi e allora bussa da noi; ma ciò che non deve assolutamente essere calpestata è la sua dignità e questa viene regolarmente calpestata se noi proponiamo loro pullover bucati, camice o pantaloni rotti o peggio ancora sporchi, o calze talmente lise da essere trasparenti! Noi diciamo a chi fa il pacco per portarlo alla Caritas di farlo pensando che gli uomini, le donne e i bambini devono indossare vestiti che vengono loro donati non buttati nel sacco come dentro un cassonetto dell’immondizia che è lì che dovrebbero finire non da noi. Spesso noi stessi ci vergogniamo di pensare che chi porta a noi certi “indumenti” sia davvero convinta che questa sia “carità” e non un modo sbrigativo di pensare “ se hanno bisogno qualsiasi cosa va bene”. No, non è proprio così: non è giusto, non è dignitoso… a questo tipo di “carità” noi diciamo: no, grazie!

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