La verità ha sempre il posto giusto, non quello inventato. Quando su “Il Cittadino” di sabato 5 gennaio a proposito della “storia infinita” (mai strillo giornalistico è risultato così appropriato) riguardante il museo civico, leggo la dichiarazione dell’ex sindaco leghista Segalini che “noi decidemmo di valorizzare l’ex cavallerizza, l’input per riqualificare questo spazio arrivò proprio da noi”, questo non è vero. E più avanti con precisazione forse più politica che polemica “ma è tutto fermo” e poi l’aggiunta “come tutte le cose … questo è un altro fiore all’occhiello che hanno ereditato, è anche giusto riconoscere i meriti degli altri”. Riconoscere il merito agli altri è un sacrosanto dovere. Rispettiamolo però, non solo quando fa comodo a noi. Non so quali siano gli altri “fiori all’occhiello” (pare che non si usi più tanto), a me preme soffermarmi sul punto che mi coinvolge e che ho già precisato sempre sul Cittadino il 17 giugno 2003, perché la memoria ha spesso le gambe corte e storte, anche per queste quisquilie. È vero che la Lega subentrata alla morte del caro amico sindaco dottor Magrini al governo della città ha deciso di avviare i lavori nella ex chiesa di San Domenico e di questo le va dato atto, ma occorre chiarire che il deliberato di spostare l’apparato museale alla Cavallerizza discendeva dall’approvazione di giunta di due anni prima effettuata dalla precedente amministrazione Magrini su mia proposta (a quel tempo ero assessore esterno non politico alla cultura) e dopo che il problema sistemazione biblioteca-museo era dibattuto argomento da diversi anni in seno a una commissione incaricata a proposito dall’allora sindaco Cancellato (e il sottoscritto era il presidente, carica che in Italia, si sa, non si nega mai a nessuno, come il proverbiale sigaro e il titolo di cavaliere, ipse dixit Giolitti, riprendendo una frase di Vittorio Emanuele III che offriva però solo mezzo sigaro). Chiedere conferma di quanto sopra al giovane Lorenzo Guerini, giovanissimo assessore allora nell’agone municipale.
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