Signor direttore, ho letto per l’ennesima volta l’accorato appello della vedova di Giovanni Sali, il carabiniere di Cavenago d’Adda barbaramente trucidato nello scorso mese di novembre nella città bassa di Lodi. La signora, e con lei credo buona parte dell’opinione pubblica del nostro territorio, si domanda per quale motivo sull’intera vicenda sia caduto il velo del silenzio. L’anniversario dell’omicidio si avvicina e per quell’occasione la gente tornerà a chiedersi perché gli inquirenti hanno dichiarato che gli autori - o l’autore - del gesto efferato avevano i giorni contati, che sarebbero stati catturati, e invece sono passati altri mesi senza che non sia accaduto nulla. Nel frattempo a Lodi e nel Lodigiano da tempo iniziano a circolare tra la gente le supposizioni più strane e incredibili.Sarebbe importante, a questo punto, un pronunciamento ufficiale, a costo di dichiarare “Ci siamo sbagliati, pensavamo di essere a buon punto e invece ci troviamo in un vicolo cieco” invece di lasciare una famiglia, e l’intera opinione pubblica, con un punto interrogativo.
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