Scriviamo questa lettera per portare a conoscenza dei cittadini di Lodi un problema che andrebbe risolto prima che sia troppo tardi. Ed è già troppo tardi. Ci siamo già abbastanza spaventati. A meno che non ci voglia il morto perché le istituzioni si muovano per abbattere le barriere architettoniche. Stamattina, intorno alle 9.00, tutti gli studenti dell’istituto Maffeo Vegio, come prevede il piano di evacuazione, sono usciti dall’istituto, insieme con gli insegnanti e i bidelli, dopo aver sentito la forte scossa di terremoto. Tutti, tranne noi, i tre studenti disabili in carrozzina del Maffeo. Questo perché, purtroppo, nonostante le diverse richieste inviate dal nostro preside e dal vicepreside alla provincia, ci sono ancora barriere architettoniche che ci impediscono di uscire velocemente dalla scuola. Come stabilito dal piano di evacuazione, noi ci siamo ritrovati nel punto di raccolta, accompagnati dalle nostre assistenti o dai compagni di classe, in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco, i quali, sempre secondo il piano di evacuazione, dovrebbero arrivare immediatamente per prestarci soccorso. In realtà i vigili del fuoco non sono mai arrivati e, mentre i nostri compagni erano tutti fuori, noi siamo rimasti dentro, chiedendoci cosa ci sarebbe successo se la scossa fosse stata più forte o se ci fosse stato un incendio… Questa è la seconda volta in un anno che gli studenti disabili del Maffeo non vengono soccorsi in situazioni di reale pericolo. Basterebbe costruire una rampa esterna per facilitare l’evacuazione delle persone in sedia a rotelle. O almeno una rampa interna per uscire facilmente in strada dal punto di raccolta. Nei prossimi giorni i nostri genitori e i nostri professori si mobiliteranno per ottenere, immediatamente, una soluzione concreta. Se i vigili del fuoco non riescono ad arrivare, deve essere stabilito in anticipo chi, fra i bidelli e i professori è responsabile della nostra evacuazione. Una persona da sola non riesce a sollevarci, ma due insieme sicuramente sì. Ma non basta. Adesso pretendiamo che, durante l’estate, venga costruita una rampa che ci consenta di uscire. È urgente. Lo chiediamo da anni. Un capitano non deve abbandonare la nave che sta affondando… eppure noi ci sentiamo abbandonati dalla provincia.
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