Perché non usare le elezioni per “risanare” le scuole?

Egregio signor direttore, per votare gli spazi tradizionali sono le aule, debitamente svuotate dai loro abituali arredi. Anche quest’anno, nella mia veste di elettrice, mi sono recata all’interno di una scuola superiore del centro di Lodi. Tutto libero, tutto a posto, i banchi sono accatastati in corridoio, alcuni con le gambe a terra, altri capovolti sopra. Li guardo; qualche banco, nella parte sotto il piano di appoggio, è incrostato da decine e decine di gomme da masticare ormai esaurite.Perché non approfittare di queste occasioni elettorali per intraprendere un’azione di risanamento? Chi lo deve fare? L’impresa di pulizie o chi di queste incombenze si cura. La scuola, nella sua autonomia, scelga come comportarsi con i ragazzi: coinvolgendoli nella pulizia, spiegando che i banchi appartengono a tutti e che i cittadini pagano le tasse per consentire il loro acquisto, nonché per averli sempre in ordine e accessibili dal punto di vista igienico. Certo, siamo stati tutti ragazzi e qualcuno di noi ha sicuramente appiccicato la cicca sotto al banco. Ma vederne decine mi ha veramente rivoltato lo stomaco. Pensare che un ragazzo di prima superiore debba usare un banco in simili condizioni mi pare veramente poco educativo.

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