Perché rinunciare per 20 anni a confrontarsi col mercato?

Ai Sindaci dei Comuni aderenti a Sogir.Vi scriviamo per esprimere pubblicamente il nostro rammarico per il mancato coinvolgimento delle rappresentanze delle imprese nel percorso progettuale che ha portato alla nascita di Sogir. Un fatto che - malgrado la nostra richiesta di preventivo confronto, formulata ai rappresentanti dei principali Comuni del territorio nella primavera dello scorso anno, durante l’incontro sulla fiscalità locale in Camera di Commercio - manifesta concretamente la discutibilità del metodo di chi governa la cosa pubblica nel Lodigiano: sindaci e assessori, una volta eletti o nominati, non ritengono utile confrontarsi con nessuno sulle scelte dell’agenda pubblica fino alla scadenza del loro mandato?Per questo cogliamo l’occasione per comunicare in sintesi ciò che avremmo voluto riferire in un incontro con i promotori di Sogir:· le imprese non chiedono privilegi o elemosine, ma solo di pagare per i rifiuti effettivamente prodotti. Le imprese chiedono quindi di non trasformare la tassa rifiuti (con qualsiasi sigla venga chiamata) in una tassa patrimoniale o in una forma di finanziamento delle inefficienze del monopolista di turno; · le imprese chiedono che sia garantito un servizio efficiente di raccolta e di pulizia delle strade anche nelle aree dove si concentrano gli insediamenti produttivi; si tratta di zone che molto spesso, proprio per l’assenza di servizi adeguati, si trasformano in luoghi di degrado;· le imprese chiedono che i costi di tali servizi, al di là della forma giuridica di chi li eroga, siano in linea con quelli del mercato, perché in una competizione sempre più senza confini non c’è più spazio per zavorre che penalizzino chi vuole creare sviluppo e occupazione.Ci permettiamo anche un’ultima domanda, visti gli anni di lunga gestazione del progetto e le positive novità legislative che il Governo ha annunciato di voler introdurre per le partecipate pubbliche: non rischia di nascere già vecchio un progetto che rinuncia per vent’anni (un’eternità in raffronto alla velocità con cui sta cambiando il mondo) a confrontarsi con il mercato?

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