Gentile Direttore, le scrivo in merito alla recente estensione del sistema di raccolta rifiuti porta a porta negli ultimi due quartieri di Lodi, e cioè a San Bernardo (zona in cui per altro vivo da quando sono nato) e all’Albarola. Come tutti sappiamo, l’annosa questione relativa ai cassonetti “dedicati” ai residenti del così detto quadrilatero ha incendiato la polemica sui giornali e sui social network. Soprattutto su Facebook è ormai consuetudine imbattersi in cittadini arrabbiati per un servizio mal pensato ed attuato ancora peggio, che se la prendono con i “privilegiati di Albarola”, come se questi fossero i responsabili degli evidenti errori della nostra Giunta.
Lo stesso Assessore Ferrari ammette candidamente che la soluzione trovata nel caso concreto non è quella che lui avrebbe voluto, di fatto sconfessando se stesso ed ammettendo che la raccolta rifiuti così come organizzata non è attuabile senza recare grave disagio alla cittadinanza. Nel caso di Albarola, infatti, si è appurato che i condomini interessati non avevano lo spazio fisico per contenere i bidoni per la raccolta differenziata all’interno dei loro palazzi e l’Amministrazione è stata costretta ad intervenire approntando una sorta di isola ecologica riservata ai soli residenti dei condominii interessati, ovviamente su suolo pubblico, creando una evidente disparità di trattamento che ha causato la rivolta sui social network.
Ora, questo pur grave problema può essere forse il più evidente, ma non di certo l’unico in tutta la città. A tacere dei costi che i condomini devono comunque sobbarcarsi per pagare qualcuno che sposti i bidoni della differenziata in strada, vi sono casi in cui i contenitori dei rifiuti vengono stipati in sottoscala anche difficili da raggiungere e situazioni non meno meritevoli di attenzione di case indipendenti abitate da persone anziane che fanno materialmente fatica a trascinare in strada i bidoni della differenziata.
Ritengo poi sussista anche un ragionevole problema di decoro urbano: in quartieri grandi i tempi di raccolta sono tutt’altro che rapidi. Passeggiarvi è uno spettacolo indegno per una città bella come Lodi. Ci sono sacchi di immondizia sparsi per le strade, in attesa che il camion della differenziata passi. E il paradosso è che non si tratta di immondizia abbandonata da incivili, ma di rifiuti diligentemente riciclati da onesti cittadini secondo le indicazioni del Comune! Ma vogliamo davvero vivere così?
C’è poi la questione del metodo, perché ancora una volta si è deciso di puntare sulle sanzioni piuttosto che sulla fattiva partecipazione della gente. Camminando per San Bernardo e parlando con le persone nei giorni che precedevano questa mini rivoluzione, ho avuto la netta impressione che tante persone fossero realmente preoccupate di sbagliare la divisone dei rifiuti (che diciamolo, è tutto fuorché semplice ed immediata!) e di doverne subire le relative conseguenze in termini di sanzioni economiche. Insomma, i sentimenti che hanno accompagnato il cambiamento sono stati di incertezza e preoccupazione prima, di rabbia e frustrazione dopo.
Ora, poiché è evidente che la raccolta differenziata è il futuro e che non si può e non si deve assolutamente tornare indietro, mi domando se non sarebbe stato possibile utilizzare un altro sistema. Credo fermamente che si sarebbe dovuto innanzitutto puntare sul coinvolgimento e l’incentivazione a differenziare piuttosto che sulla spinta della minaccia punitiva, ma soprattutto bisogna riflettere sulla farraginosità e costosità del servizio e considerare anche la possibilità di un sistema di vere isole ecologiche con cassonetti intelligenti. Così da lasciare le persone libere di gettare i propri rifiuti quando possono e vogliono, senza doversi tenere in casa per giorni interi gli scarti e senza che le nostre strade si trasformino ogni giorno in temporanee discariche a cielo aperto. Sarà contemporaneamente necessario ed importante responsabilizzare da un lato i cittadini con maggiore senso civico e dall’altro approntare idonei sistemi di controllo per evitare che i soliti furbetti rovinino il buon lavoro di tanti.
Smettiamola quindi di chiamare i residenti di Albarola “privilegiati”, perché hanno avuto il grande merito di evidenziare le incongruenze del sistema attuale.
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