Salviamo il borgo di Viboldone dal degrado e dall’abbandono

Due anni fa avevamo salutato con soddisfazione il piano di recupero del borgo di Viboldone, approvato dal Consiglio Comunale di San Giuliano nella seduta del 18 novembre 2008. Gli interventi degli Amministratori Pubblici avevano sottolineato il recupero delle strutture edilizie esistenti, con nuove limitate edificazioni e l’abbattimento - ironia della sorte! - dell’unico edificio pubblico esistente (la ex gloriosa scuola Elementare), ceduto alla proprietà in cambio della Cascina Corte Grande, posta di fronte all’Abbazia. Dopo 18 anni di “resistenza” contro i cosiddetti “piani di riqualificazione”, che prevedevano abbattimenti di edifici rurali “minori” (le abitazioni dei salariati, per es.) e, al loro posto, nuove edificazioni stile “matitoni” come segnali ad est e ad ovest, finalmente il borgo avrebbe continuato ad esistere. Gli Umiliati ringraziavano! L’attenzione si spostava sulla Cascina Corte Grande. Il Comune che cosa ne avrebbe fatto? E come, con quali risorse finanziarie avrebbe provveduto alla sua ristrutturazione? Sono trascorsi da quella data e da quelle considerazioni due anni, purtroppo infruttuosi. Intanto è cambiata l’Amministrazione Comunale di San Giuliano. Milano è stata scelta come sede dell’Esposizione Expo 2015, che con il tema “Nutrire il Pianeta” si propone di indicare una strada all’umanità per affrontare il tema della fame nel mondo. Intorno all’Expo 2015 girano molti interessi agricoli e immobiliari dell’hinterland milanese, ivi compreso il recupero del patrimonio rurale esistente sempre più compromesso dal degrado e dall’abbandono. È la stessa fine che rischia di fare il borgo di Viboldone, se la Società Agricola Viboldone e gli Enti pubblici non intervengono per il recupero e la sua valorizzazione. Un borgo, ricordiamolo, che evidenzia tracce della nostra storia e per questo è meritevole di conservazione e recupero. Occorre allora impedirne il degrado irreversibile in modo che possa essere consegnato alle generazioni future, come lascito culturale e spirituale degli Umiliati.

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