A sentire ciò che hanno fatto a fine legislatura, come la ciliegina sulla torta vorrei raccontare la mia piccola storia come tante migliaia in questo momento difficile.Nel 2012 la crisi ha colpito anche l’azienda per cui lavoravo e mi sono ritrovato a lavorare per sei mesi a quattro ore giornaliere mentre per gli altri sei mesi in cassa integrazione a cercare lavoro. Non sapendo più dove cercare a gennaio 2013 ho intrapreso una piccola attività che già mi ha dato belle soddisfazioni, ma a fine febbraio ho chiesto alla mia banca la possibilità di saltare almeno una rata del mutuo , che da sette anni pago regolarmente, relativa alla abitazione in cui vivo con la mia famiglia, al fine di pagare alcune bollette arretrate e dare respiro alla mia nuova attività. Costo dell’operazione una rata da quasi 500 euro da poter slittare a a fine ammortamento. La mia banca mi ha risposto che non esisteva alcuna possibilità di soddisfare questa mia richiesta anche perché il mio mutuo è di proprietà di una sua controllata che non ha aderito al «piano famiglie». Ciò dimostra tutta la disponibilità del settore creditizio alla ripresa della Nostra povera Italia.
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