Egregio Direttore, Scrivo perché siamo rimasti tristemente colpiti dalla lettera pubblicata sulle pagine di questo quotidiano da “Sinistra, ecologia e libertà” dove si accusano neppure troppo velatamente le forze dell’ordine di aver causato “l’incidente” (se così si può chiamare) di Luca Abb.à Nella stessa lettera viene esaltato “un popolo che coraggiosamente resiste e alza la voce, pacificamente ma con forza, per farsi ascoltare” con riferimento al «popolo No Tav». Gli esponenti di Sel parlano persino di “militarizzazione antidemocratica del territorio”! Ebbene, la lettera è così doppiamente scandalosa, giacché si attribuiscono alle forze dell’ordine le colpe della “folgorazione” di Abbà, che, in modo del tutto irresponsabile, era salito su un traliccio dell’alta tensione; allo stesso tempo si osannano le “manifestazioni pacifiche” di questi giorni, quando, in questa ultima settimana, ci sono state, da parte di ampi settori del movimento «No Tav», manifestazioni di pura violenza, fisica e verbale, con bombe carta, pietre e sassate ai militari, assalti, blocchi del traffico, incendi, minacce di “Bloccare l’Italia intera” del leader «No Tav» Perino e insulti dei vari Bruno Marco alle nostre forze dell’ordine (con la arcinota frase “siete solo pecorelle”). Se c’è qualcosa di “antidemocratico” sono proprio i metodi di una parte dei No Tav, altro che dei militari!Sono queste le “manifestazioni pacifiche” che Sel abbraccia e fa sue? Vergogna per queste dichiarazioni! Chi si comporta con sassate, incendi, insulti è solo un delinquente della peggior specie che va punito senza esitazioni!Troppo comodo bollare il “caso Tav” come “l’emblema di un potere incapace di ascolto”, così come dicono i signori di Sel: per anni e anni si è discusso con le comunità locali, comuni e comitati, spostando anche il tragitto della linea ad alta velocità. C’è stata – eccome – la fase del dialogo, della discussione, della condivisione. Ad un certo punto, però, deve seguire inevitabilmente la fase della realizzazione di questa infrastruttura, sennò quella del “dialogo prolungato e continuo” diventa una presa per i fondelli e una scusante per non costruire mai questa grande opera, di importanza strategica non solo per l’Italia, ma per l’Europa intera. Ed è questo ciò che chiedono tanti cittadini della Val di Susa, favorevoli alla linea ad alta velocità, ma che, a causa dei modi poco democratici dei “No Tav”, sono costretti a nascondersi e a non esternare le loro opinioni. Dinnanzi poi a chi ricorre alla violenza fisica e verbale, come fa una buona fetta dei No Tav, c’è poco da ricorrere al dialogo: è questa la loro disponibilità alla discussione?Il tempo del “dialogo” c’è stato, ora è il tempo di costruire, recuperando, se possibile, anni di ritardo. Non ci devono essere ambiguità dinnanzi alle violenze dei «No Tav», noi non abbiamo alcun dubbio: ci schieriamo senza se e senza ma con quelle forze dell’ordine che, senza batter ciglio, in silenzio, ricevono una pioggia di insulti (“siete solo pecorelle”) e si trovano a dover fronteggiare una bolla di violenza senza precedenti. Noi non abbiamo alcun esitazione: fra chi fa il proprio dovere per il Bene Come e chi sa solo insultare, ci schieriamo nettamente con i primi, con chi ha il senso dello Stato e ama l’Italia. Oggi più che mai, in questa situazione difficile, siamo a fianco di quelle forze dell’ordine che, con compostezza, resistono alle provocazioni e alla minacce di quei ben poco democratici «No Tav»: in questi giorni SIAMO TUTTI PECORELLE!
© RIPRODUZIONE RISERVATA