In qualità di ex dipendente di Banca Centropadana (da poco più di un anno sono a riposo), mi permetto di intervenire nel dibattito aperto in materia di “fusioni Bcc”, per esprimere la mia personale opinione, ma anche certo di interpretare il sentire di tanta parte della clientela delle molte filiali in cui ho operato, oltre che di tanti piccoli/medi impenditori della zona con i quali vengo quotidianamente in contatto nel mio ruolo di presidente di A.S. Sancolombano Calcio. L’idea di un grande nuovo soggetto che sia in grado di coniugare l’indiscussa capacità delle BCC di essere “Banca del territorio” con una struttura solida capace di affrontare con più agilità il vorticoso divenire, potrebbe non essere più utopia se prendesse corpo l’ipotesi che ho avuto modo di sentir delineare sabato scorso durante lo svolgimento dell’assemblea annuale di Banca Centropadana. Affinchè le peculiarità di cui sopra possano essere conservate o addirittura esaltate, l’ambizioso ma assolutamente concretizzabile progetto potrebbe diventare realtà se l’operazione riguardasse le tre BCC Lodigiane, ossia Centropadana, Laudense e Borghetto; mentre un’ipotetica aggregazione tra le Bcc Laudense e dell’Adda-Cremasco non porterebbe alle medesime conclusioni. Certo è necessaria, per dar corso a simile operazione, una prova non di forza ma di saggio equilibrio, nell’ottica di un univoco imprescindibile comune obiettivo: il sostegno all’economia locale in questo preciso momento storico così provata.
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