
Ancora una volta davanti alla grotta....ma come e da dove ci arriviamo? È questo che ci vogliono dire i nostri papà che sempre, con amore e passione costruiscono il nostro presepe. Sentieri, montagne, statuine conducono tutti a quel bambino che nella sua “fragilità” ha la “forza” di amarci anche se arriviamo da lontano, rinchiusi in quel mondo di egoismo che molte volte ci creiamo per autodifenderci da tutte le cose brutte che abbiamo intorno. È un richiamo a ri-guardarci dentro e a sentire ancora «non temete io vi annuncio una grande gioia....».Sentiamo poco ultimamente parlare di gioia, quella che sta nel fondo del cuore anche se fuori c’è tempesta: questa è la gioia del Natale per ognuno di noi, per le nostre famiglie, per la nostra comunità e per il mondo intero.La famiglia al centro di un Sinodo appena concluso, sia davvero il luogo dove ognuno riscopra che al di là di tutte le infedeltà, gli errori, c’è un Dio fedele e misericordioso che desidera camminare con il suo popolo, fare la fatica dei piccoli passi nella direzione di una grotta dove con il bambino ci sono i pastori, gente allora poco affidabile.Guardiamo il nostro presepe con occhi nuovi, riscopriamo che tutti i sentieri di tutti e di tutto, come ci ricorda Papa Francesco, trovano armonia in quel bambino che continua, nonostante noi, a sorriderci.E allora ancora e sempre Buon Natale
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