
Faccio riferimento all’articolo de Il Cittadino del 21/10/2016 in cui si descrive la presunta bagarre a seguito dell’istituzione al Calamandrei di Codogno di un corso, pomeridiano, facoltativo e complementare di lingua Araba.
Come suole gli intolleranti ed i crociati non hanno perso l’occasione per dire la loro, consci di una “fragilità” territoriale sull’argomento.
Fragilità tutta nordica e venata di xenofobia e razzismo che porta alle vergognose e incivili barricate di Goro e Gorino e , genericamente, all’intolleranza mistificatoria e venata di falsità e preconcetti che , così spesso, inquina il pensiero Lombardo-Veneto.
Nello specifico si è scomodato per l’occasione un deputato (niente popò di meno che), non a caso, della Lega l’On. Guido Guidesi che non potendo, semplicemente, inveire per principio si “inventa” una presunta “debolezza culturale” per motivare la scelta dei dirigenti scolastici del Calamandrei, arrampicandosi poi su presunte influenze piddine nella scelta operata o sull’ipotesi di una loro convinzione d’una futura predominanza della lingua in questione sulla nostra.
Vorrei-vorremmo tranquillizzare l’onorevole, 10 lezioni, per quanto tenute dal “feroce Saladino”, madrelingua, in persona non potrebbero minare anni ed anni di attenta e mirata “influenza” giudaico-cristiana e di “filosofia occidentale” né, per altro, sostituire nella mente dei giovani virgulti della bassa lodigiana la lingua madre e le sue influenze dialettali originali (non sempre edificanti dal punto di vista linguistico).
Potrebbero , invece, come qualsiasi filologo o anche solo intellettuale serio potrebbe senza dubbio testimoniare introdurre alla comprensione di una cultura diversa dalla nostra. Si sa, o perlomeno lo sanno le persone normalmente sagge, che la lingua è il primo passo per comprendere le sottigliezze di una cultura.
Certo è ovvio che per l’onorevole Guidesi quel che non è Lombardo-Veneto, occidentale, cristiano e, possibilmente, bianco è non cultura, ma per quanto riguarda l’antropologia, la poesia, la letteratura, la matematica, la storia in particolare e più in generale la scienza, quella araba è cultura di estremo interesse, degna di studio e citazione.
Per me però questa intolleranza, un poco becera, che porta a gesti disumani e infimi come quelli di Goro con le sue barricate nei confronti delle donne incinta oppure alla giustificazione di gratuite violenze ed abusi di chiara marca razzista e xenofoba è indice e cartina al tornasole di una sottocultura della cattiveria e della guerra, che esalta un “punto di vista” ad “assoluta verità” .
Che assume la cultura del Primo Mondo e le sue scelte (spesso avventate e sbagliate) come le uniche possibili, che non riconosce la responsabilità occidentali nel disastro ambientale planetario cui siamo di fronte.
Che insiste nel mistificare e deformare qualsiasi affermazione di quello che viene identificato come “avversario, invasore e nemico”. Che fa della menzogna propagandistica una verità incontestabile. Questa “Mentalità” giustifica qualsiasi bruttura, purché compiuta in nome della Razza, dell’Etnia, della Patria (vera o presunta).
Questo è il tessuto marciscente in cui sono intessute le scelte di apartheid, di prevalenza di una etnia sull’altra. Il tessuto connettivo delle guerre e delle pulizie etniche. Fondate sulla paura del diverso e dell’altro e sulla negazione di lui come soggetto culturalmente valido.
Negando addirittura la possibilità che esista un pensiero diverso dal nostro che abbia dignità e diritto. Questo è stato il nutrimento d’ogni guerra di religione, d’ogni conflitto razziale, d’ogni bruttura etnica l’umanità abbia compiuto … e purtroppo non ce ne siamo fatte mancare… mai!
Finisco questa breve missiva con l’invito ai cittadini codognesi a superare la ristrettezza di vedute dei loro rappresentanti, conscio, purtroppo, che ogni città abbia, alla fine, il governo che si merita, ma speranzoso nel fatto che l’intelligenza, la saggezza e la tolleranza possano, alla fine, avere la meglio sull’ipocrisia e la paura.
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