Un tempio gremito, piccolo e maestoso, con la gente in piedi

Quella piccola chiesa, ancora attorniata dai campi ai margini della città, costituisce per i fedeli, per chi crede, una grande attrattiva. Piccola, all’esterno di quel caldo colore giallo, proprio delle nostre cascine di un tempo, e un piccolo campanile. Orientata, come tutte le chiese antiche, con l’abside semicircolare al levar del sole e la facciata al tramonto.All’interno due file di panche, ogni panca tre posti a sedere, quattro a fatica. Non vi è soffitto, si possono quindi vedere, bene in vista, le capriate a triangolo di vecchie travi riutilizzate: sembra il sottotetto di un fienile, d’altronde Qualcuno non è nato in una stalla?In alto, sul fondo dell’abside, un Crocifisso in legno dorato, antico, ancora con un chiodo per piede. Gli ornamenti lignei, terminali del braccio verticale della Croce, probabilmente per un diverso uso della stessa, sono stati staccati e collocati a lato della stesso braccio, in alto e di fianco.Alle pareti dell’unica navata niente arredi, tranne le luci. Sulla destra una nicchia, alla quale bisogna porsi di fronte per notarne il contenuto: una statua di Santa Margherita con in mano un Crocifisso, suo segno iconografico. Santa Margherita che, in realtà sarebbe Santa Marina di Antiochia di Pisidia: il nome gli è stato cambiato, non si sa bene quando e perché.E poi c’è il prete, che celebra.Un prete che ha fatto l’operaio, anche se prete, per una vita, fino alla pensione. Ha le mani ossute, segno che hanno lavorato, e non poco.Le sue omelie vertono sulla povertà, sulla giustizia, sulla generosità verso gli altri e la gratuità del Servizio, come sosteneva anche don Luisito Bianchi, conosciuto personalmente e da poco scomparso, lui pure prete-operaio che ha fatto i turni di lavoro in fabbrica, notte compresa.Questo sacerdote, che schiva il “don”, cala efficacemente il Vangelo e le letture nell’attualità dei nostri giorni. La sua parlata, più che semplice è chiara, come deve essere e dove spesso affiora il dialetto a renderla più pratica e più praticabile.Le sue “prediche” lasciano il segno in chi le vuole ascoltare, sono estremamente efficaci e le parole non si disperdono nell’aria al solo varcare il portone a Messa finita.La piccola chiesa, il piccolo tempio, è sempre gremito, con gente in piedi, e non è solo perché è piccola, è che non sente l’effetto defezioni, anzi.La partecipazione alla celebrazione è sentita, la spiritualità aleggia ed avvolge i presenti. Fa rivivere la Messa di tanti anni fa su un altopiano della Valsassina, a duemila metri. Il sacerdote è arrivato con una piccola valigetta contenete il necessario per la celebrazione, tutto in miniatura. Per altare un masso, presenti cinque persone, la Chiesa era lì, come volta aveva il cielo: sembrava di essere più vicini a Dio.Questo vale anche per quel tempio piccolo e maestoso, e grazie a quel prete.

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