Una questione politica, ora vi ritrovate un parco sofferente

Cari cittadini di Lodi, il vostro Parco Isola Carolina, è diventato un caso politico, come ammesso pubblicamente dal Sindaco; dopo aver letto e ascoltato molte informazioni errate, incomplete e che non corrispondono alla realtà, è opportuno che vi spieghi come si sono svolti fatti, la mia posizione in proposito e gli eventi successivi.Com’è noto nel 2007 partecipai al concorso internazionale per la riqualificazione del Parco Isola Carolina indetto dal Comune di Lodi. Nel bando di concorso, una delle criticità da risolvere era la densità degli alberi esistenti: basta passeggiare ancora oggi nel Parco per rendersi conto che si conferma questo stato di fatto. I prati non sono verdi, manca qualsiasi tipo di sottobosco, alcuni alberi soffrono per la sopraffazione di altri; qui la Natura è atrofizzata. Il Parco risulta letteralmente snaturato per i numerosi anni di incuria e scarsissima manutenzione. Quando si affronta la ristrutturazione di un edificio storico, intervenendo con importanti lavori di recupero che a volte prevedono opere di demolizione, così anche mi è sembrato necessario prevedere, sull’input ricevuto, ribadisco, dal bando, interventi di sostituzione del patrimonio arboreo, con una selezione di quelle da preservare.Il mio progetto, che si è valso della collaborazione di altri professionisti di mia fiducia, proponeva in primis la cura e la messa in sicurezza degli alberi da valorizzare e una selezione di una minima parte da rimuovere; questo per poter rinnovare in modo naturale la nuova dimora di oltre 300 alberi, 600 arbusti, e un migliaio di erbacee e perenni. Questa nuova vegetazione è stata studiata al fine di ammirare fioriture e cromatismi alternati nell’arco delle stagioni, per tutto l’anno, in unico mosaico vegetale colorato, per la gioia e il godimento delle future generazioni.La mia esperienza di architetto paesaggista unita alla capacità e sensibilità di osservare la natura mi ha guidato nella scelte progettuali del concorso vinto. Qual è infatti il compito dell’architetto paesaggista se non quello di avere uno sguardo attento per avvicinare l’uomo all’idea di Natura?ll Parco veniva liberato dall’asfalto per un unico grande respiro di nuovi e ampi prati, dove prendere il sole, giocare e riposarsi alternati a terra battuta, come insegnano brillantemente i francesi nei loro magnifici parchi urbani. Questo nuovo assetto avrebbe anche offerto ai fruitori nuove straordinarie prospettive all’interno del Parco e dello stesso verso la città, creando anche dei cannocchiali visivi verso i monumenti. Il terreno privo di ostacoli e interruzioni, sarebbe stato disponibile per l’appropriazione e gestione di voi cittadini, e per il libero passeggio, come normale in un vero Parco.Per garantire vita al suo interno, il progetto prevedeva anche tre aree giochi, la realizzazione di ben sette ingressi controllati, tra cui il più importante da piazza Castello, un caffè ambientato in una serra, ed in ultimo, un valido e scenografico impianto di illuminazione.Dopo l’esito vincente del concorso ho sempre dimostrato disponibilità con il Comune nel proseguire il progetto, sia secondo il budget a disposizione sia per eventuali modifiche progettuali.In questo lungo periodo, con mesi di totale silenzio da parte dell’Amministrazione, tali rapporti sono venuti a mancare fino a quando ho saputo dai giornali la notizia ufficiale che si abbandonava il progetto vincitore per iniziare una nuova progettazione partecipata.Il Comune ha comunicato che tale cambiamento di direzione è dovuto per l’eccessivo investimento nella riqualificazione. Budget che inspiegabilmente viene aumentato in modo clamoroso rispetto a quello preventivato a suo tempo nel computo redatto dal mio studio. L’altra irreale motivazione riguarda l’abbattimento di un numero elevato di alberi. Addirittura da cambiare il microclima!Ribadisco: il Parco Isola Carolina, un prezioso bene pubblico, è diventato una questione politica. Mi chiedo perché la progettazione partecipata si pone i medesimi fini del concorso del 2007, quando il mio progetto, vincitore, dava già una risposta a tutte le criticità?Mi amareggia moltissimo sapere che voi cittadini, oltre ad aver subito un vero e proprio danno erariale, importanti spese concorsuali ecc, vi ritroviate ad avere un Parco gravemente ‘sofferente’. Lo dimostrano le panchine rotte, i prati con buche e ceppi di alberi morti dove è facile inciampare, giochi inesistenti, i servizi igienici assolutamente non contestualizzati, i percorsi che per dimensione e materiale sono idonei ad una strada carrabile, per non parlare del verde! Senza nessun tipo di qualità ed attrattiva.Ma perché In Italia, che vanta una tradizione millenaria nell’arte dei giardini, con degli esempi che tutto il mondo ha copiato e ci invidia, la cultura del verde non ha la giusta considerazione? Perché nelle nostre città c’è molto dibattito e si litiga per la sistemazione di un Parco? Forse per una questione puramente culturale, per la mancanza di senso civico, che il nostro Paese subisce? Penso ormai di no come il caso Isola Carolina lo conferma essere solo una questione politica.Mi piace ricordarvi due esempi di vita urbana legati alla natura. A Londra già in primavera è abitudine fare il bagno nei laghi con i germani reali; a Stoccolma è possibile raccogliere le mele direttamente dagli alberi pagando il dovuto per il mantenimento del frutteto pubblico.E da noi? Ci sono polemiche addirittura per piantare nuovi alberi! Clamoroso l’esempio milanese del maestro Claudio Abbado, che chiedeva rigenerare la città con nuove aree verdi per tornare a dirigere il teatro della Scala; tentativo illustre non riuscito.In conclusione, al di là di qualsiasi questione o controversia politica, ritengo che qualsiasi Parco urbano debba dimostrare il senso civico proprio della città, tramite la cura e lo sguardo quotidiano al suo patrimonio vegetale.

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