Un’altra famiglia con bambini piccoli verrà buttata sulla strada: e l’Aler?

Il prossimo mercoledì a Tavazzano verrà eseguito un altro sfratto, un’altra famiglia con bambini piccoli verrà buttata sulla strada, la serratura cambiata, i mobili accatastati in qualche deposito, i figli e la madre magari accolti per qualche mese in case rifugio, mentre il padre dovrà arrangiarsi in macchina. Il sindaco e le strutture comunali esprimeranno il loro dolore e la loro impotenza, data la mancanza di alloggi e le scarse risorse disponibili, le forze dell’ordine vigileranno affinché lo sfratto sia eseguito nel massimo ordine, senza incidenti né danno.La colpa della famiglia è quella di avere perso con la crisi il lavoro, e quindi la possibilità, non la voglia di pagare l’affitto, affitto che del resto hanno sempre pagato per alcuni anni, anche se all’inizio in nero. Non è certo il primo caso, non sarà l’ultimo, anzi, nei prossimi mesi assisteremo probabilmente ad una crescita di questi casi. Una crescita dovuta da una parte alla crisi, che per licenziamenti, fallimenti, mobilità e cassa integrazione, causa la perdita totale o parziale del reddito famigliare, sia per chi paga l’affitto che per chi paga il mutuo, e dall’altra dall’incapacità delle istituzione di farvi fronte, di cercare assieme le risposte che questa questione pone. I comuni sono lasciati soli davanti al dramma di una famiglia sulla strada, l’ALER è preda della propria follia di pretendere che l’edilizia pubblica si sostenga esclusivamente con gli introiti degli affitti, la regione non stanzia un euro per la gestione, la costruzione o la ristrutturazione delle proprie case, tribunale e prefettura sembrano sordi e ciechi di fronte a quello che sta diventando un vero e proprio dramma sociale.Che fare? la ricetta noi la proponiamo da tempo, ma perchè funzioni occorre che tutti gli attori siano coinvolti: occorre che lo stato e la regione finanzino un piano casa straordinario, capace di costruire o recuperare in tempi rapidi le centinaia di alloggi necessari per superare questa fase, cosa che tra l’altro darebbe fiato e futuro al settore edile. Che il prefetto faccia ripartire in modo stabile il tavolo istituzionale sugli sfratti, costruendo assieme agli enti locali, al tribunale, alle associazioni dei proprietari ed a quelle degli inquilini quei percorsi «protetti « per gli sfratti che impediscano alla gente di trovarsi per strada senza una soluzione praticabile davanti, impedendo qualsiasi sfratto incolpevole se non da casa a casa. Che si aiutino i comuni a trovare soluzioni ponte utili a non disgregare le famiglie in attesa di una soluzione allo sfratto, ad esempio utilizzando i soldi spesi per mettere in case alloggio i minori con la madre per affittare per alcuni mesi altri locali, in modo da lasciare la famiglia unita fino al reperimento di una soluzione, che si trovino forme e finanziamenti per il sostegno al pagamento degli affitti e dei mutui.Intanto mercoledì mattina Tavazzano vivrà un’altro sfratto. Noi saremo lì, cercando di dare alla famiglia un aiuto, e certamente dando la nostra solidarietà.

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