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Mercoledì 23 Febbraio 2011
«Faccio le pulizie in una grande villa»
Ha lasciato le Filippine, ora il suo fidanzato ha sposato un’altra
Meghana è arrivata in Italia sei anni fa, lasciando a Manila, nelle Filippine, la madre, il fratello e il fidanzato, che oggi è sposato con un’altra donna.
Rispecchiando perfettamente uno stereotipo celebrato anche da un simpatico comico, che vede le donne e gli uomini filippini eccezionali colf, Meghana è stata assunta da una signora del Lodigiano per occuparsi delle pulizie in una grande villa. E lei ne è più che felice, visto che questo lavoro le ha dato modo di mettersi in regola e realizzare parecchi sogni.
Guardando e ascoltando questa trentottenne pingue, dal sorriso stentato e i capelli cortissimi, vien da pensare quanto sia difficile costruirsi una vita non avendo mai modo di uscire, di chiacchierare con gli amici e disporre di spazi propri.
Meghana, infatti, ha un solo giorno libero, il mercoledì, che purtroppo non coincide con quello di sua sorella e delle sue connazionali. Quindi spesso si rintana nella sua stanza, dove guarda la televisione «sgranocchiando i miei biscotti. Lo so che non è un bel modo per passare il tempo, ma cosa posso fare? Ho pochi soldi da spendere, non ho una macchina e qui fa molto freddo. Quindi me ne resto a casa, al caldo». E intanto gli anni passano, e Meghana è sempre sola.
Buongiorno Meghana, vorresti parlarci un po’ di te e della tua vita?
«La mia vita? È semplicissima: ho una stanza nella villa della signora che mi ha assunta; abito lì ormai da sei anni, pochi mesi dopo il mio arrivo. Lavoro dalla mattina alla sera come donna delle pulizie: cerco di fare del mio meglio e ti garantisco che questo è un mestiere davvero stancante. Per fortuna il mercoledì ho il giorno libero e se le mie amiche possono uscire, bene, altrimenti mi butto sul letto in camera mia e guardo un po’ di tv, magari sgranocchiando qualcosa. Comperare qualche biscotto, delle patatine e alcuni succhi di frutta mi rilassa e, soprattutto, costa poco. Insomma, se non ho voglia di starmene in casa e non ho nessuno con cui uscire, mi butto nel supermercato più vicino e faccio una piccola spesa “appagante”, diciamo così, senza spendere una cifra. Il che non guasta, considerato che in tasca ho sempre pochi spiccioli: spedisco quasi tutto alla mia famiglia nelle Filippine».
Chi hai lasciato nelle Filippine?
«Mia mamma, mio fratello maggiore e il mio fidanzato, che però ora si è sposato con un’altra».
Ti ha lasciata perché sei partita?
«Esattamente, ma non subito. Per più di due anni e mezzo ci siamo sentiti in modo assiduo, anche due o tre volte al giorno grazie al computer. Mi sembrava non ci fossero problemi particolari: lui mi raccontava cosa accadeva nella sua vita e io cercavo di fargli capire com’è questa strana Italia. Tutto procedeva bene, al punto che avevamo in progetto di sposarci e avere dei figli».
Invece cosa è accaduto?
«Semplicemente è accaduto che gli uomini filippini non sanno aspettare. Per tutto quel tempo non avevamo avuto modo di incontrarci personalmente nemmeno una volta, così lui ha rivolto la sua attenzione altrove. E sai come me l’ha fatto sapere?».
Come?
«Una sera, mentre stavamo facendo una videochiamata mi dice: “Meghana, guarda che ci ho pensato: è meglio che tu non spenda i tuoi soldi per tornare a casa. Sai, ho trovato una donna con cui mi sposerò”. “Quando?”, l’ho incalzato. “Fra un paio di mesi”. Capisci? Mi ha lasciata così, senza un minimo di riguardo».
Tu avevi in progetto di tornare nelle Filippine?
«Io torno puntualmente ogni tre anni, perché non posso stare troppo a lungo lontano dalla mia famiglia. Fra la telefonata e il giorno della mia partenza per passare le vacanze a casa sarebbero passate solo sei settimane, un mese e mezzo. Avevo in tasca i biglietti e la valigia con le sorprese per tutti pronta sotto al letto. Comunque basta parlare di lui. I suoi regali li ho dati a mio fratello, che è stato doppiamente contento. Punto e basta».
Perché ti sei trasferita in Italia?
«Perché nel mio Paese non lavoravo, o almeno non con continuità. Non ho un titolo di studi di quelli che ti spalancano le porte delle multinazionali, io. Praticamente ho smesso a dodici anni, e da allora è sempre stata una battaglia. Non guadagnavo abbastanza, trovavo con difficoltà un’occupazione, spesso me ne restavo con le mani in mano. Morale della favola, non avevo nulla da perdere. Così un giorno mi sono decisa e ho seguito il consiglio di mia sorella».
Anche lei vive nel Lodigiano?
«Esattamente, e anche lei fa la donna delle pulizie. Ma non è stata fortunata come me: lei ha dovuto cercarsi un appartamento in affitto, quindi ha più costi. Anche se a ben vedere può contare su più tempo libero. Ma sai cosa ti dico? Che non saprei cosa farmene del tempo libero, quindi va bene così».
Dicevi di aver trovato il lavoro poco tempo dopo il tuo arrivo.
«Ho messo piede in Italia dopo un lungo viaggio. Solo un anno dopo la mia partenza, tirando un grande sospiro di sollievo, sono riuscita a varcare la frontiera italiana. Da quel giorno credo di aver aspettato ospite a casa di mia sorella per cinque o sei mesi al massimo. È stato grazie al passaparola che mi sono messa in contatto con la donna per cui lavoro. Sono stata fortunatissima. Pochi mesi di prova e mi sono ritrovata assunta a tempo indeterminato, con ferie, tredicesima e tutto in regola. Questo mi ha permesso di vivere una vita decorosa qui. Sono grato alla mia signora e, per sdebitarmi, faccio il mio lavoro al meglio e risparmio».
Risparmi per cosa?
«Sto aiutando mia mamma e mio fratello, che nelle Filippine non se la passano benissimo. Visto che non ho una famiglia tutta mia, mi occupo di loro. Spedisco quasi metà dello stipendio. Poi un quarto lo giro in un mutuo che ho aperto qui in Italia per ristrutturare la nostra casa, e l’ultimo quarto, il poco che avanza, mi serve per vivere. Come vedi, mi sono organizzata».
Vedo. Come ti trovi nel Lodigiano?
«Direi benissimo, ormai è questa la mia casa. Io non abito a Lodi, ma anche se il paesino in cui vivo è piccolo, c’è un piccolo bar tabaccheria dove posso giocare al lotto e acquistare la carta del cellulare per chiamare mia mamma. Cosa dovrei volere di più? Il mercoledì, poi, se non fa troppo freddo o caldo, a seconda delle stagioni, prendo il pullman e vengo in città. Scambio due chiacchiere con le mie amiche, faccio una passeggiata all’Isola Carolina e una vasca in centro. Me ne torno a casa nel tardo pomeriggio».
Qual è il tuo rapporto con gli italiani?
«Esclusa la signora per cui lavoro e i suoi figli?».
Sì.
«Adesso che mi ci fai pensare, non ho rapporti con gli italiani. Ovviamente mi capita di scambiare qualche parola con il commesso al banco dei salumi nel supermercato o con il farmacista. Ma nulla di più. Non ho amici o conoscenti italiani, numeri di telefono o relazioni con voi. Quando non lavoro, la mia vita si svolge con mia sorella e le sue, o dovrei dire nostre, amiche».
Resterai in Italia ancora per molto?
«Non dico per sempre, perché ho tutte le intenzioni di trascorrere la mia vecchiaia a casa mia nelle Filippine, ma prima dei sessant’anni non credo che farò le valigie per trasferirmi definitivamente. Vorrei fermarmi qui più a lungo possibile, impiegare le mie forze per far stare bene tutti e solo con la pensione in mano rientrare in patria. Mia madre è un po’ triste, perché non sono l’unica figlia a trovarsi tanto lontano. Ma in cuor suo sa che lo facciamo anche per lei».
Cosa vedi nel tuo futuro?
«Vedo questa vita che va avanti, tranquilla e rassicurante, senza slanci né entusiasmi. In questo momento è ciò di cui ho bisogno, va bene così. Se cambierò idea, qualcosa farò, anche stavolta non avrei molto da perdere».
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