OCCUPAZIONE Previsti 1350 nuovi assunti ma Lodi resta la cenerentola del lavoro in Lombardia

A gennaio il tasso di entrata è il più basso in regione

Tornano ad accelerare le previsioni di assunzioni per gennaio 2022, ma il Lodigiano è ancora una volta in chiaroscuro: a Lodi e provincia attesi 1.350 nuovi ingressi nel mondo del lavoro, 108.520 in tutta Lombardia, locomotiva d’Italia anche nell’occupazione. In tutto il Paese si aspettano 457.650 nuovi assunti. Il tasso di entrata lodigiano rimane però il più basso regionale, e i numeri restano in linea con il periodo pre-pandemia. È l’analisi appena prodotta da “Unioncamere – Anpal, Sistema Informativo Excelsior” riguardante il mese di gennaio, anticipazione del rapporto di metà gennaio che esamina nel dettaglio tutti i territori.

Per quanto riguarda la provincia di Lodi, le assunzioni attese sono 1.350, in crescita rispetto alle 1.250 di gennaio 2021, e in linea con i dati di gennaio 2019, quando erano 1.370. Nel gennaio 2020, pre-pandemia, i nuovi ingressi erano stimati in 1.470, anche a compensazione però di un intero 2019 che era stato decisamente sottotono, con molte imprese che avevano rinviato le assunzioni all’inizio dell’anno successivo. I dati previsti per gennaio 2022 rappresentano una nuova accelerazione rispetto a dicembre 2021, mese tradizionalmente avaro di nuovi ingressi, quando erano stati 850, e in generale rappresentano la conferma che dalla ripresa di primavera 2021 la tendenza delle imprese è quella di immettere forze fresche.

Rispetto alle figure professionali, un ingresso su tre, il 33,9 per cento, riguarda l’area degli operai specializzati e dei conduttori di impianti e macchinari, a conferma della necessità di trovare manodopera tecnica qualificata in grado di supportare le aziende verso le transizioni industriali, da quella digitale a quella green, che spesso impongono una spinta sull’automazione e la robotizzazione. Le professioni non qualificate sono quelle meno ricercate, solo il 15,8 per cento, a copertura soprattutto del turn-over nelle mansioni più generiche dei servizi aziendali. Vanno di pari passo invece le richieste di dirigenti, professionisti e tecnici di alto livello, il 25 per cento, e degli impiegati, dei commerciali e dei servizi aziendali qualificati, il 25,3 per cento. La maggior parte delle nuove entrate è attesa nelle imprese di servizi, il 63 per cento, mentre l’industria assorbirà il 37 per cento della forza lavoro. Le entrate di giovani rispetto al totale si collocano in una percentuale tra il 20 e il 25 per cento. Inoltre gennaio rappresenta un mese di spinta sui nuovi ingressi in azienda: nel trimestre gennaio-marzo sono 3mila 210 le entrate previste, dunque già con una frenata nei due mesi successivi, in linea con la tendenza regionale (255.340 in tre mesi a fronte delle 108.520 del solo gennaio) e nazionale (1 milione 158.150 rispetto a 457.650 di gennaio).

Pur con un ritorno a un certo dinamismo, inoltre, la provincia di Lodi si conferma tra le cenerentole della Lombardia per l’occupazione, sia in valori assoluti di nuove entrate (al penultimo posto meglio solo di Sondrio), sia come tasso d’entrata (3,2 ogni 100 lavoratori dipendenti, penultimo posto prima di Sondrio), in cui figuriamo all’ultimo posto dei territori regionali. La parte del leone è appannaggio di Milano e provincia, che con 50.110 ingressi attesi è il territorio con il valore assoluto più alto d’Italia, con un tasso d’entrata di 4,1 ogni 100 lavoratori dipendenti, il più alto di Lombardia e tra i più alti d’Italia.

In attesa dei dati Istat ufficiali sugli occupati nei territori, il Lodigiano ha seguito nel 2020 il trend nazionale, con un incremento marcato rispetto al 2020, che però era stato segnato dalla pandemia e da un sostanziale immobilismo delle imprese. Al momento, dunque, la ripresa economica visibile nella produttività delle imprese non sembra ancora ricadere in modo forte sull’occupazione, pur con movimenti in ingresso nel mondo del lavoro che sembrano superiori a quelli del 2019.
Andrea Bagatta

© RIPRODUZIONE RISERVATA