Non sa ancora se l’anno prossimo siederà nuovamente su quella panchina, nè sa ancora se continuerà a far parte di quel progetto che ha sposato sin dall’inizio con passione ed entusiasmo: un progetto che lo ha coinvolto a tal punto da farlo gioire e piangere in questi cinque mesi. Non sa ancora se porterà avanti uno dei suoi «sogni», il lavoro sul settore giovanile, e se potrà ambire a realizzarne uno ancora più grande: vincere qualcosa da allenatore dell’Amatori. Tra le poche certezze che ha in questo momento Pierluigi Bresciani c’è comunque quella di avere svolto un ottimo lavoro da quando ha sostituito Marzella e di non avere rimpianti per come è andata a finire, convinto che lui e i suoi ragazzi abbiano fatto tutto quello che era nelle loro possibilità. E in attesa di conoscere il proprio futuro, che pare sempre più lontano da Lodi(ieri si è incontrato col presidente D’Attanasio e le parti sembrano ancora piuttosto distanti, ndr) Bresciani riavvolge il nastro di un’annata per lui decisamente dai due volti:
Dal castigo alla gloria
«È stata una stagione agrodolce, iniziata malissimo, ma che ha avuto una bellissima seconda parte - commenta il 41enne allenatore toscano -. Inizialmente sono stato fatto fuori per motivi che ancora oggi non ho capito e ho passato mesi a chiedere un confronto con l’allenatore che non ho mai avuto. Ho trascorso mesi ai margini della squadra, costretto ad allenarmi da solo al mattino o a non poterlo fare proprio: una situazione di cui ho sofferto molto, il periodo più brutto della mia carriera». Poi la svolta: «Sono stato chiamato subito dopo Bassano e prima della famosa gara col Matera ero già l’allenatore, perchè il presidente mi disse che Marzella sarebbe stato esonerato in ogni caso. E da lì è iniziata un’avventura incredibile, durissima ma bellissima, per la quale voglio ringraziare tutti i ragazzi che mi hanno aiutato mettendosi a mia completa disposizione. Abbiamo instaurato un rapporto stupendo e ricreato un gruppo eccezionale: ho avuto a disposizione giocatori straordinari».
«Abbiamo dato il massimo»
Bresciani riflette sulla stagione giallorosso e sul suo amaro epilogo: <Quando ho cominciato questa avventura eravamo quinti in classifica e mi era stato chiesto di arrivare almeno quarto, possibilmente in semifinale play off, cercando in Eurolega di fare il massimo nelle due gare che restavano. Abbiamo centrato questi obiettivi, finendo terzi nonostante un calendario non facile con tutte le sfide dirette fuori casa, senza contare che in Europa abbiamo fatto il massimo, pareggiando anche a Oporto, e per poco non compiamo un miracolo. Per tutto quello che abbiamo passato ci saremmo meritati la finale scudetto, ma purtroppo ci siamo solo andati vicino. Peccato per le tante occasioni sprecate in gara-1, se l’avessimo vinta avremmo visto tutta un’altra serie: mi resta il rammarico di non essere arrivati alla bella col Viareggio, perchè se ce l’avessimo fatta sono convinto che adesso ci saremmo stati noi a sfidare il Valdagno». Ora sarebbe tempo di pensare a un futuro di cui Bresciani però non conosce ancora i contorni: i tifosi lodigiani lo vorrebbero ancora sulla panchina, ma il nuovo fronte societario sembra voler puntare sull’ennesimo ritorno di Aldo Belli. «Io mi sento lodigiano e mi piacerebbe molto provare a vincere con questa squadra e soprattutto con questi tifosi - chiosa “Gigio” -. Credo però che non ci siano i presupposti per continuare, almeno per come stanno andando le cose. In questi mesi ho parlato solo qualche volta col presidente e con nessun altro: non ho mai parlato, e a questo punto non so se ci parlerò mai, con altre persone che stanno lavorando per il futuro dell’Amatori. Sono un po’ stanco di questa situazione e comincio a immaginare come potrà finire. Ho avuto qualche richiesta che per ora non ho preso in considerazione, ma che tra poco dovrò cominciare a valutare. A prescindere dalla decisione però spero che si faccia il bene dell’Amatori e che tutti sostengano la decisione della società, tifosi compresi: chiunque ci sarà l’anno prossimo dovranno appoggiarlo e remare tutti dalla stessa parte. Lodi e la sua gente, a cui io voglio bene e resterò sempre legato, meritano di vincere e sono certo che prima o poi ci riusciranno».
© RIPRODUZIONE RISERVATA