Boggioni, la passione per il nuoto e la gioia delle Paralimpiadi
«La disabilità non è un limite. Anzi, se impari a conviverci e adattarti, diventa anche un punto di forza»
«La mia gara preferita? I 200 stile erano la prima gara, l’emozione si è fatta sentire, è qualcosa di indescrivibile. Ai 100 stile invece è stato bellissimo: ho battuto l’inglese per pochi centesimi e fatto il record personale»: dopo le tre medaglie di bronzo alle Paralimpiadi (200 stile cat. S5, 100 stile cat. S5, 200 misto cat. Sm5), la ventitreenne Monica Boggioni ripercorre la sua carriera di nuotatrice che si allena con costanza alla Faustina di Lodi. È la protagonista odierna della rubrica “Quattro chiacchiere con il Cittadino” in cui racconta l’esperienza entusiasmante di Tokyo 2020, e l’avventura che l’ha portata al palcoscenico più ambìto da ogni sportivo. «Spero che la grande risposta mediatica ottenuta dalle Paralimpiadi abbia contribuito a far capire che la disabilità non è un limite. Anzi, se impari a conviverci e adattarti, diventa anche un punto di forza. Mi auguro che anche le Paralimpiadi abbiano convinto molti ragazzi e ragazze a provare a confrontarsi con lo sport. Per chi volesse provare il nuoto, io sono qui tutti i giorni, e sono ben contenta di accoglierli».
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