CALCIO Buio pesto in casa Fanfulla: Gandini e Cera vedono lo spettro del fallimento

Il responsabile tecnico lunedì voleva dimettersi, il ds è durissimo: «Devo dirlo: Tufo non può fare calcio. Ci sono delle dinamiche e dei tempi che lui proprio non conosce»

Gli spiragli di luce degli ultimi giorni hanno di nuovo lasciato posto a uno sconforto profondo. E ora il futuro del Fanfulla è davvero appeso a un filo sottilissimo. Il rischio di arrivare al momento dell’iscrizione al campionato, fissata tra il 10 e il 14 luglio, senza i requisiti necessari è sempre più concreto. Tanto che il ds Vito Cera e il responsabile del settore giovanile Virginio Gandini parlano apertamente, per la prima volta, dell’ipotesi fallimento. E di un conseguente, inevitabile ridimensionamento del club: se entro i prossimi giorni il “reggente” Enzo Tufo non troverà i soldi per pagare le pendenze arretrate (i cosiddetti rimborsi non pagati ai giocatori nei mesi scorsi, per un totale di circa 110mila euro), il Guerriero sarà costretto ad alzare bandiera bianca.

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«Lunedì volevo dimettermi, poi mi hanno convinto a restare», confessa Gandini. Tufo ha convocato l'assemblea per il 10 luglio, ma fino ad allora la società resterà inoperosa. «Fino ad allora ha bloccato ogni acquisto - sbotta Cera -. Non mangio da due giorni per il nervoso. Devo dirlo: Tufo non può fare calcio. Ci sono delle dinamiche e dei tempi che lui proprio non conosce». Tanto che il ds ieri è tornato a contattare il presidente esautorato Luigi Barbati.

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