Calcio, il Fanfulla sceglie il silenzio stampa

Un comunicato della società ufficializza il clima poco sereno nella squadra, penalizzando i giornalisti e, soprattutto, i tanti tifosi dei bianconeri

Il Fanfulla in crisi di risultati si arrocca nel silenzio a tempo indeterminato. Copiando qualche grande (o presunto tale) presidente di società professionistiche che quando le cose non vanno come auspicato indicano i colpevoli nella stampa. Se è davvero questo il motivo, visto che da settimane il presidente Barbati minacciava di tappare la bocca dei propri tesserati, indisposto dal fatto di vedere sulle stesse pagine gli articoli della sua e di altre società.

Un breve comunicato, divulgato poco dopo mezzogiorno, informa della decisione, senza peraltro spiegarne le motivazioni: “L’Asd Fanfulla comunica che da oggi sino a data da destinarsi la società bianconera entra in silenzio stampa. Nessun tesserato, tra dirigenti e giocatori, rilascerà quindi dichiarazioni ad organi di stampa e media in genere (quotidiani, siti internet, radio, televisioni). La conclusione di tale misura verrà comunicata a tempo debito”.

Sono bastate quattro partite di campionato con due sconfitte consecutive (anche se in realtà è ipotizzabile che tutto sia nato in estate dalla “scissione” con il Gruppo Luce, tornato a San Giuliano dopo un solo anno a Lodi) perché un velo sempre più denso di silenzio e di mistero venga fatto calare sulla squadra più amata e seguita del territorio. Con conseguente perdita di visibilità per giocatori, tecnici, dirigenti e, non ultimi, sponsor. Un silenzio che colpisce i tifosi e i tanti appassionati, o anche semplici interessati e addetti ai lavori, abituati a seguire ogni giorno le vicende del Fanfulla. Una società storica, ultracentenaria, nel cuore di tutti i lodigiani veri: siamo convinti che siano loro i più dispiaciuti di questa scelta.

Il comunicato del Fanfulla arriva a meno di 48 ore dalla breve dichiarazione, rilasciata alla fine della partita persa a Castel Maggiore, dallo squalificato allenatore Omar Nordi: «È meglio che stiamo un pochino zitti», ha detto tra le altre cose. Un caso? Una coincidenza? Cosa stia succedendo dentro, e a questo punto anche fuori, dal campo sarà più difficile poterlo raccontare. Senza disporre di contatti diretti (che male potranno mai fare alcune interviste?) tutti i mezzi di comunicazione sono costretti a prendere atto di questa decisione unilaterale e, ribadiamo, nemmeno spiegata da chi l’ha presa.

Per quanto ci riguarda proseguiremo a esercitare il diritto di cronaca giuridicamente previsto e tutelato: andremo avanti nel nostro centenario impegno rivolto soprattutto e più di tutto a informare i lettori. Che hanno diritto di essere informati. Almeno secondo noi.

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