SECUGNAGO Partito giovanissimo per Crema, con la maglia gialloblu del Pergo, Gigi Campagnoli torna a Secugnago per una nuova affascinante avventura, con un gruppo collaudato che è già stato protagonista della “favola” Real Casal. La carriera di calciatore di Campagnoli, 43 anni compiuti il 12 agosto scorso, ha purtroppo una parabola breve e si chiude in pratica a 26 anni dopo sei stagioni nel settore giovanile del Pergocrema, culminati nell’esordio in Serie C2 a Fiorenzuola nella formazione condotta da Giorgio Veneri e Adriano Cadregari. Nell’estate del 1991 però aveva guidato da capitano la squadra Primavera nel tradizionale “Trofeo Dossena” al “Voltini”: «Con l’esordio in C quella è stata la più bella soddisfazione di quel periodo perché oltre a essere capitano sono stato premiato come miglior giocatore della manifestazione».
Poi Campagnoli passa sull’altra sponda cremasca per un campionato nell’allora Interregionale e poi al San Rocco al Porto in Eccellenza dove può mettere le sue doti tecniche di centrocampista dalle intuizioni geniali al servizio di Gianni Pesatori in una formazione che comprende anche elementi del calibro di Carlo Goldaniga e Gianfranco Zoppetti. Ma non dura molto purtroppo, perché in una partita contro il Cavenago si frattura un braccio e gli viene poi riscontrato un tumore osseo che gli impedisce di continuare a giocare. Rimane però a San Rocco come allenatore al settore giovanile, prima degli Allievi e poi degli Juniores regionali, con successive due stagioni in Promozione, la prima subentrando a novembre. Ma in riva al Po cambia tutto e allora approda al Casale, sempre alle giovanili, e vi resta per tre anni arrivando per qualche mese fino alla Prima Categoria. Il periodo restante comunque gli consente di far partire insieme ad Andrea Braga il progetto Real Casal e la ben nota compagine “orange” in cinque anni arriva in Promozione: «È come una favola che ci ha visto pratagonisti con un gruppo di grandi amici e che mi ha dato la possibilità di allenare via via elementi come Pancotti, Sconfietti, Omar Ferrari, Felice Rossi, Lodigiani, Paina, Zoppetti e Bacciocchi, che poi mi darà una grossa mano nella successiva avventura di Santo Stefano».
E in effetti al Real Casal cambia la gestione, con la cordata che poi porterà alla fusione con il Codogno, e si scioglie anche il sodalizio tra Campagnoli e Braga, con quest’ultimo che dirotta verso Zorlesco, mentre il mister di Secugnago va proprio a Santo Stefano, dove vive un’altra «bella esperienza con ragazzi come Spelta, Raggi e Mantegazza, che mi segue un po’ dappertutto» vincendo i play off di Prima, senza tuttavia godere dell’agognato ripescaggio.
La storia recente parla dell’ultima stagione ancora a Casale («Con un onorevole quarto posto, ma con Oratorio Senna e Castelleone che hanno fatto il vuoto dietro»), con il divorzio di quest’estate dovuto evidentemente a qualche incomprensione con la dirigenza. E allora ecco il ritorno a casa, in quella Secugnago da dove era partito e dove abita, in quella società che aveva anche contribuito a fondare un paio di anni fa e che aveva in qualche modo bruciato le tappe passando subito in Seconda Categoria. Ritrova Braga e i fratelli Grazioli che nel frattempo avevano mandato avanti la società, chiama a raccolta i suoi “fedelissimi” e getta le basi per un’altra bella cavalcata, anche se il campo sarà quello della vicina Brembio.
«È un po’ l’anno zero per tutti, perché Secugnago in quarant’anni non è mai stato oltre la Seconda. Noi ci proviamo, anche se non sarà facile, soprattutto per me, che sono un po’ il profeta in patria». Ma Campagnoli ha la ricetta pronta, quella cioè del gruppo collaudato che si ritrova e che vuole stupire di nuovo tutti: «In effetti, tranne a Santo Stefano, ho avuto con me lo stesso gruppo, che mi ha dato sempre grosse soddisfazioni, a partire proprio dal Real Casal. Del resto per me quello che conta è l’aspetto umano, entrare nel cuore dei giocatori e formare un gruppo compatto, non dimenticando che siamo dilettanti e che il divertimento viene prima di tutto, pur consapevoli che in certi momenti la professionalità ha la prorità. Evidentemente in questo modo sono riuscito a ottenere anche risultati importanti».
Non trascurando l’aspetto tecnico-tattico, che è pur sempre una base importante: «Certo, torno in una nuova categoria e devo mettere alla prova i miei concetti, che ho cercato di applicare in questi ultimi anni. A me del resto piace il fraseggio corto, con un’attenta copertura degli spazi, con un baricentro alto, che mi consente di prendere pochi gol. Il modulo? Sicuramente la difesa a quattro e un regista: diciamo il 4-3-3 che può essere anche modificato con una mezza punta dietro gli attaccanti. Ma sono proprio curioso di vedere cosa mi aspetta in questa Seconda».
Una stagione vissuta dunque appena fuori l’uscio di casa con l’idea di portare in alto il nome del proprio paese: «Ci provo con il calcio, la mia passione - chiude Campagnoli -: del resto oltre a questo, alla famiglia e al lavoro non mi resta molto. Così potrò seguire anche mio figlio passato da poco negli Esordienti del Cavenago Fanfulla».
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