Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare. Roberto Citterio, da due settimane nuovo direttore generale dell’Amatori, è uno che di gioco duro se ne intende. Un tipo tosto, che con i colori giallorossi cuciti sulla pelle ha combattuto tante battaglie in pista e fuori. Al punto che in occasione della partita giocata la scorsa settimana al “Dal Lago” alcuni dei reduci dello storico gruppo di tifosi della “Legione Novara” urlavano ancora il suo nome come ai vecchi tempi. E, tornando indietro con la memoria, se a Gorizia non ci fosse stata la sua possente mole, che a pochi secondi dalla fine ha ribattuto una pallina vagante sulla linea di porta conservando una vittoria che ha riconsegnato la massima serie all’Amatori Sporting, la storia dell’hockey lodigiano forse avrebbe avuto un altro corso. Per lui, che anche quando è stato lontano da Lodi non ha mai interrotto i contatti con quella che considera da sempre la sua squadra, è arrivato il momento del ritorno. Un momento non facile per l’Amatori, che deve fare i conti con qualche risultato inferiore alle attese e con una situazione economica generale che, giocoforza, finisce per influenzare anche la gestione sportiva. «Sono molto contento di essere tornato all’Amatori - attacca Citterio - e di essere qui per dare una mano a questa società, alla quale sono molto legato. In questi primi quindici giorni abbiamo fatto un po’ il punto della situazione e mi sembra che qualche problema affiorato a inizio stagione si stia risolvendo per il meglio. La situazione si sta rasserenando e la vittoria di Giovinazzo ci ha riportato anche la giusta tranquillità per affrontare una serie di partite fondamentali per la nostra stagione. Io comunque mi occuperò, in collaborazione con il presidente, di alcuni aspetti gestionali e, come sono abituato a fare, ci metterò la faccia». Citterio, come era solito fare anche in pista, è abituato a non andare troppo per il sottile e non usa giochi di parole: «Forse alcune voci sono state un po’ gonfiate e l’ambiente aveva bisogno di ritrovare serenità e comunione di intenti. Nel frattempo qualche obiettivo è venuto a mancare, ma siamo qui per creare le condizioni che ci permettano di affrontare al meglio le due competizioni più importanti, cioè l’Eurolega e il campionato». E per tornare subito a volare l’Amatori che nei prossimi dieci giorni affronterà al “PalaCastellotti” in successione Viareggio, Noia e Valdagno ha bisogno di ritrovare tutto il calore del suo pubblico: «A Lodi il pubblico è sempre stato determinante - spiega Citterio, che conosce l’ambiente da più di trent’anni -. Siamo consapevoli che nelle prossime tre partite ci giochiamo una fetta importante della stagione e per questo abbiamo bisogno del sostegno dei nostri tifosi. Potremmo essere davanti a un bivio importante. Per le prossime tre sfide mi auguro di rivedere il palazzetto pieno come nelle occasioni più importanti: Lodi è una piazza con gente che capisce di hockey e che giustamente avanza anche delle critiche. Noi ovviamente le accettiamo, ma a condizione che chi ci critica ci venga anche a vedere. Io non mi occuperò dell’aspetto tecnico, ma ribadisco che Marzella ha la piena fiducia e il sostegno di tutta la società». La passione di Citterio e il suo entusiasmo possono essere contagiosi per l’intero ambiente: «I colori giallorossi mi sono sempre rimasti nel cuore - chiude l’ex gladiatore dell’Amatori -. A Lodi ho passato gran parte della mia carriera da giocatore prima e da allenatore poi, accettando sempre con serenità le decisioni prese nei miei confronti. Sono sempre stato legato all’Amatori, con il quale ho vissuto tanti momenti emozionanti. Mio padre e mio fratello hanno passato tanti anni al Monza, anch’io ho giocato a Monza e allenato a Seregno, ma per me Lodi è sinonimo di hockey. Non c’è una spiegazione particolare ma per me l’hockey ha un senso solo se a tinte giallorosse». E allora bentornato a casa, gigante con il cuore giallorosso, e buon lavoro.
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