Eurolega, il nostro “pagellone”

È stato un successo. La “final eight” di Eurolega è andata come doveva andare; con Liceo La Coruña e Barcellona, le due formazioni favorite, a giocarsi la coppa e i detentori del Liceo che bissano il successo dell’anno scorso al termine di 50 minuti emozionanti e spettacolari. Una manifestazione destinata a entrare nella storia dello sport lodigiano: Lodi, per qualche giorno, è diventata la capitale dell’hockey europeo grazie alla presenza dei club più titolati, con tanto di ribalta televisiva nazionale, spagnola e portoghese. Un “final eight” che è destinata a restare nella storia di questo sport come l’ultima di sempre: dall’anno prossimo infatti il Cerh ha deciso di tornare a una più modesta “final four”. Una manifestazione realizzata grazie alla passione di parecchi lodigiani, volti conosciuti e altri un po’ meno, che con il loro impegno hanno curato nel dettaglio i tanti aspetti organizzativi.

Un 10 va a Fulvio D’Attanasio, presidente dell’Amatori, che ha avuto il merito di portare in città un evento di rilievo internazionale e che a un certo punto nessuno, nemmeno i più titolati club europei come Barcellona e Benfica, ha avuto la forza di organizzare. Lui, l’uomo che ha risollevato l’hockey lodigiano negli anni più bui, che ha riportato l’Amatori ai fasti di un tempo, ha avuto il coraggio, tra tante difficoltà, di regalare a Lodi questa manifestazione. Nella presentazione, pubblicata sul giornalino dalla società, si è conquistato anche la lode ricordando un amico come Severino Bianchetti, al quale ha voluto dedicare questa “final eight”, e con il quale aveva iniziato il cammino di ricostruzione dell’Amatori qualche anno prima.

Promossi a pieni voti anche tutti gli accompagnatori, gli addetti alla sicurezza, i “tutor” delle squadre e gli autisti che hanno guidato i pulmini messi a disposizione da diverse società sportive lodigiane: tutti volontari che ci hanno messo tempo e passione per la buona riuscita della kermesse.

Un 10 pieno lo meritano anche gli sportivi lodigiani per i quasi 500 abbonamenti sottoscritti, e i tifosi più caldi dell’Amatori per il loro sostegno alla squadra e per la splendida coreografia organizzata in occasione della sfortunata gara d’esordio con il Reus Deportivo.

Tanti voti positivi anche per gli ex giocatori dell’Amatori che si sono rivisti in tribuna al “PalaCastellotti” per salutare vecchi amici e sostenere i giallorossi. Una vera e propria formazione di “vecchie glorie” con il cuore giallorosso. Tra loro Marino “Hombre” Severgnini, capitano dell’anno dello scudetto. L’inossidabile coppia composta da Roberto Citterio e Massimo Nava, che quest’anno ha seguito la squadra anche nella trasferta di Lisbona. “Bicio” Rollino, attaccante dei giallorossi nei primi anni Ottanta sulle piastrelle del mitico “Revellino”. Volti più recenti come Piscitelli e Perin che, pur se di origini valdagnesi, si è presentato con tanto di sciarpa giallorossa. C’era Luca Giaroni capitano negli anni più difficili dell’hockey lodigiano, quelli della Serie A2 e della risalita, e l’amico Ricky Baffelli, che non ha nascosto la sua avversione per il Liceo, ricordando quando nel lontano 1996 con l’Amatori di Crudeli e Cupisti lasciò a La Coruña la Coppa delle Coppe, persa ai rigori con tanto di lancio di oggetti di ogni tipo verso i giallorossi in pista. C’era anche Aldo Belli, cioè “Ufo Robot”, l’unico tra i presenti ad aver giocato una finale di Coppa dei Campioni con l’Amatori. Se i giallorossi sono arrivati così in alto il merito è anche dell’ex tecnico dell’Amatori, che si prepara a festeggiare il cinquantesimo compleanno, ma che non vuole parlare di hockey, e del suo vice Carlo Rossetti, che in versione tifoso, quest’anno non si è perso una partita, a testimonianza di una passione che va al di la dei ruoli.

Un 8 a Piero e Fortunata, genitori dei fratelli Bertolucci, che con il loro camper piazzato nel parcheggio antistante il “PalaCastellotti” hanno vissuto attimo per attimo la “final eight”. Hanno lasciato i figli a gestire il bar di Viareggio, con annessa pista e scuola di hockey, per inseguire la loro passione: sono rimasti scioccati dalle prestazioni del Valdagno e riferiranno le loro sensazioni a “mister hockey” Massimo Mariotti.

8 anche ai giocatori del Barcellona che, dopo la vittoria in semifinale, sul pulmino guidato da Paolo D’Attanasio, figlio del presidente e giocatore del Prato, hanno intonato i cori dei tifosi lodigiani prima di un pit-stop alla piscina Faustina dove si sono fatti un bagno defatigante.

7,5 alla rappresentanza dei tifosi catalani, in totale circa un centinaio, che con il loro civilissimo incitamento hanno scaldato l’atmosfera della finale, rendendo onore ai vincitori del Liceo.

Per quanto riguarda i protagonisti in pista il voto più alto va a Jordi Bargallo del Liceo, la vera star della manifestazione. Nel quintetto ideale trova posto Guillelm Trabal, portiere del Reus, che merita un bell’8 grazie soprattutto agli strepitosi interventi effettuati nella partita con l’Amatori quando ha spento ogni speranza dei giallorossi. Tra gli esterni ci sono anche Riccardo Barreiros, che ha firmato il gol del 3-2 nella finale, Raul Marìn del Reus, che ha tasformato un rigore spettacolare nella semifinale contro il Barcellona, e Carlos Nicolia, che ha trascinato il Valdagno contro il Benfica. Una citazione particolare anche per i valdagnesi e Gaston De Oro, per i “barcellonisti” Torra, Ordeig e Panadero e per i giocatori del Liceo Joep Lamas, Pasqual e il portiere Malian.

Poteva lasciare un miglior ricordo “Nero” Paez, uno dei più grandi di tutti i tempi, che inizia a sentire le 43 primavere. Emozionante il pianto della bandiera del Barcellona, il 35enne Alberto Borregan, che è scoppiato in lacrime dopo la finale persa: per lui, che ha vinto l’Eurolega per nove volte, è stata l’ultima apparizione internazionale visto che a fine stagione appenderà i pattini al chiodo.

Tra i giallorossi promosso Sergio Festa, il cui nome resterà per sempre l’unico presente nel tabellino dei marcatori: un onore. Un po’ deludenti invece Valerio Antezza, il campione che doveva fare la differenza, e che invece ha fallito il tiro a uno del pareggio contro il Reus, e Leo Squeo, dal quale ci aspettava un replay delle ultime diaboliche prestazioni. Promosso Pino Marzella che quest’anno ha avuto il grande merito di far riassaporare alla piazza il gusto della vittoria, e che ora dovrà fare i conti con palati sempre più esigenti: il primo tempo del suo Amatori contro il Reus è da incorniciare, la ripresa un po’ meno.

Dalla “final fight” esce bocciato tutto il movimento hockeistico del Portogallo, la patria di Antonio José Livramento, il più grande hockeista di tutti i tempi che vestì la maglia dell’Amatori Lodi nel 1976 e nel 1978. Candelaria, Oliveirense e Benfica sono uscite al primo turno, senza nemmeno impensierire più di tanto i rispettivi avversari.

Insufficienza grave soprattutto per il Benfica, seppellito dagli 11 gol del Valdagno. Le “aquile” di Lisbona non sono volate in pista, non hanno concesso interviste e, dopo aver prenotato la loro permanenza in hotel fino a domenica, hanno lasciato anzitempo la manifestazione.

Bocciatissimi, meritano un 2, i due arbitri della partita tra Lodi e Reus che, nell’anno dei gol fantasma, non hanno visto la pallina toccata da Festa superare la riga della porta difesa da Trabal: poteva essere il 2-0 per l’Amatori, e poteva essere una altra “final eight”. E 2 anche agli arbitri italiani che hanno permesso a due squadre, Liceo e Candelaria, di scendere in pista entrambe con la maglia verde. Ma è stato comunque un successo e il Liceo ha meritato di conquistare il trono d’Europa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA