Gloria doppia per Bianchi da Melegnano

Olimpiadi di Stoccolma del 1912. La partecipazione italiana è di 61 atleti, tutti uomini. In quella rassegna emergono gli Stati Uniti che conquistano 25 medaglie d’oro contro le 24 della Svezia. La rappresentativa azzurra ottiene tre ori, uno con il ginnasta Alberto Braglia (forse il più grande di tutti i tempi nella disciplina), un altro con la ginnastica nel concorso a squadre e il terzo con Nedo Nadi nella scherma. Un argento tocca a Pietro Speciale nella scherma, un bronzo a Fernando Altimani nell’atletica e un altro ad Adolfo Tunesi nella ginnastica individuale. Il flash illustrativo sta a indicare come in quei Giochi l’Italia recita una parte di comprimaria, ancora lontana dai diversi risultati d’eccellenza che avrebbe ottenuto nelle successive edizioni dei Giochi. Tre sono dunque le discipline “medagliate” e fra di esse è la ginnastica a raccogliere il maggior bottino.

La quadra di ginnastica azzurra è composta da questi atleti: Guido Boni, Alberto

Braglia, Giuseppe Domenichelli, Carlo Fregosi, Alfredo Gollini, Francesco Loi, Giovanni Mangiante, Lorenzo Mangiante, Serafino Mazzarocchi, Guido Romano, Paolo Salvi, Luciano Savorini, Adolfo Tunesi, Giorgio Zampori, Angelo Zorzi e Pietro Bianchi. Sono nomi di ginnasti finiti in polverosi archivi, ma che ebbero un secolo fa il loro momento di gloria. Piuttosto c’è da chiedersi come le squadre di ginnastica avessero ben sedici componenti: evidentemente erano tutti impegnati nelle varie specialità. Sul procedimento di assegnazione dei vari punteggi non abbiamo indicazioni, si sa che negli anni a seguire ci furono dei continui cambiamenti. Un altro quesito senza risposta riguarda in che misura sia stato l’apporto dei singoli nel determinare il risultato del concorso a squadre.

Tutto questo per un flash sulla disciplina in quella rassegna. Ci fermiamo ora sull’ultimo nominativo dell’elenco dei sedici. Il melegnanese Pietro Bianchi, nato il 5 marzo 1883. Sono certe le sue origini di Melegnano, ma probabilmente la famiglia abitò altrove, poiché mancano in loco riferimenti precisi. Bianchi inizia con la disciplina frequentando la Voluntas, allora una delle più attrezzate società sportive di Milano. Dopo qualche anno si mette in luce in vari concorsi e così viene chiamato per Stoccolma, primo melegnanese a partecipare a un’Olimpiade. L’Italia, come accennato, vince l’oro precedendo nell’ordine Ungheria e Gran Bretagna e Bianchi ottiene un sesto posto nell’individuale, risultato sicuramente buono, considerando che gareggiò in un arengo mondiale. Arriviamo alle Olimpiadi di Anversa del 1920 e ancora Bianchi, a 37 anni, fa parte della rappresentativa nella quale ci sono alcuni suoi compagni di Stoccolma mentre fra i nuovi troviamo un altro melegnanese, Antonio Marovelli (di cui abbiamo parlato nella seconda puntata di questo viaggio del “Cittadino” alla riscoperta degli atleti del territorio arrivati a partecipare ai Giochi olimpici). Giorgio Zampori si impone nell’individuale e la squadra conquista ancora l’oro davanti al Belgio e alla Francia. Bianchi e Marovelli, giunti con il treno da Anversa, alla stazione di Melegnano vengono accolti dal sindaco, dal parroco e da una folla di cittadini con la banda musicale in testa. Attraversano poi la città su un’auto scoperta, con i ginnasti della Virtus et Labor a piedi davanti. Bianchi lascia poi l’attività agonistica e di lui si perdono le tracce. Due medaglie d’oro olimpiche brillano nel suo cammino sportivo. Il che non è cosa da poco. Si spegne a Milano l’1 luglio 1965.

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