Il trionfo di Marovelli ad Anversa

La Virtus et Labor è indubbiamente la più longeva e la più blasonata fra le società sportive di Melegnano. Il sodalizio, sorto nel 1906, ha costituito per la ginnastica un’autentica fucina di atleti di valore, nelle sue file hanno militato campioni che hanno raggiunto i vertici nazionali e alcuni sono andati alle Olimpiadi. Tra questi Antonio Marovelli, nato il 4 luglio 1896 a Melegnano da Celeste e da Celestina Maiocchi. La famiglia abita in via Sangregorio Galli, nel quartiere Borgolombardo. Il piccolo Antonio frequenta l’oratorio San Giuseppe, nato una decina d’anni prima di lui e nella cui palestra si allenano gli atleti. Al ragazzino piace la ginnastica, il tesseramento per la società sportiva è inevitabile. Il sodalizio, che dal primo anno di vita al 1929 conta sulla presidenza di Ludovico Caminada, vive un periodo proficuo, molti suoi aderenti si impongono all’attenzione in campo nazionale. Fra gli altri da citare c’è senz’altro Giovanni Ceppi, vincitore del titolo italiano nel 1912. Tempi pionieristici ma ricchi di una passione che dà lustro a una disciplina che richiede sacrifici, senza benefici economici.

Nel giro di qualche anno Marovelli diventa l’uomo di punta del settore maschile.

Il giovane è magro, non palestrato, non appariscente, ma non ci sono dubbi sul suo talento: si esprime bene su tutti gli attrezzi. Si impone in vari “concorsi”, poi è soldato nella prima Guerra Mondiale. Torna e riprende con la ginnastica. Ormai il 24enne ex oratoriano ha un posto sulla ribalta della disciplina e la federazione lo seleziona per le Olimpiadi di Anversa del 1920: è in una squadra composta da 23 elementi guidata da un grande maestro, Manlio Pastorini. Della comitiva fa parte un altro ginnasta melegnanese, Pietro Bianchi, già oro a Stoccolma nel concorso a squadre (un’altra “puntata” del nostro servizio speciale sui lodigiani olimpici gli è dedicata).

In Belgio la Nazionale italiana fa prodigi e vince la medaglia d’oro di squadra (si gareggia a squadre, a punti e su specialità combinate) con 359 punti, staccando di 13 lunghezze la Francia, terzo il Belgio, a seguire Cecoslovacchia e Gran Bretagna. Marovelli porta il suo contributo e a ribadire la superiorità degli azzurri Giorgio Zampori vince l’individuale. È un successo che ha larga eco in Italia e infiamma d’entusiasmo Melegnano. Marovelli e Bianchi tornano da Anversa scendendo alla stazione della linea Milano-Bologna, la stessa oggi esistente. Ad accoglierli il sindaco, il parroco e una folla di concittadini con la banda musicale in testa. Attraversano tutta Melegnano su un’auto scoperta, con gli atleti della Virtus a piedi davanti. Arrivano all’oratorio di via Lodi, quasi a voler suggellare un cerchio: dall’amatissimo ritrovo al mondo e ritorno.

Marovelli riprende la via della palestra, imponendosi e ottenendo alti piazzamenti in diverse competizioni nazionali e internazionali Nel 1924 coglie un altro grande alloro vincendo il titolo nazionale a Firenze. Continua ancora per qualche anno, per poi darsi da fare per ottenere l’affiliazione definitiva della Virtus et Labor alla federazione di ginnastica italiana (la società in precedenza, in osservanza a chissà quali norme, era considerata quale extra-federazione). Nell’ultimo periodo della sua attività agonistica lo troviamo tesserato alla Voluntas di Milano, nella quale militano ginnasti di assoluto valore. Nel 1931 si sposa con Agnese Reali e presto diviene padre di Elina. Vive sempre a Melegnano, lavorando quale ebanista mobiliere a Milano. L’oro olimpico gli ha portato onori e gloria, non certo benefici economici che gli permettano di non lavorare. Come molti altri campioni delle varie discipline si dedicò allo sport raggiungendo la massima vetta animato solo da genuino spirito dilettantistico.

“Togn” Marovelli, di carattere affabile, è benvoluto dai concittadini che non dimenticano la sua impresa. Nel 1941 ancora la guerra bussa alla sua porta dopo quella che lo aveva visto combattente nel 1915-18. Viene richiamato e destinato alla difesa civile di Milano nell’arma contraerea. Un malvagio destino è in agguato: durante un bombardamento degli anglo-americani, il 13 agosto 1943, finisce sotto le macerie e muore all’età di 47 anni. È, stando alle notazioni storiche, il più cruento bombardamento subìto dalla città, le bombe causano enormi danni e molte vittime. Il Comune di Melegnano intitola una via ad Antonio Marovelli: si trova nei pressi della Maiocca ed è un allungamento di via Clateo Castellini.

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