La “favola” dell’Accademia

Dalle cucine ai campi da calcio il passo può essere breve. Trent'anni fa un ristoratore milanese appassionato di calcio si domandò, tra un risotto giallo e un osso buco: «E se mi ci mettessi anch'io, nel mondo del pallone?». La risposta oggi è sotto gli occhi di tutti e risponde al nome di Accademia Sandonatese, neopromossa in Eccellenza che al di là di qualche cartellino rosso di troppo (so' ragazzi...) sta ben figurando. La storia lunga ormai tre decadi è partita esclusivamente dal settore giovanile, domenica scorsa ha raggiunto un piccolo traguardo grazie alla vittoria numero uno nella massima serie regionale. E quando mancano due giorni dalla trasferta più prestigiosa del campionato - allo stadio "Mari" di Legnano, contro un avversario dal blasone smisurato che però divide la 12esima posizione in classifica proprio con l'Accademia - non poteva esserci occasione migliore per fare la conoscenza dell'uomo che pensava calcio tra i piatti della cucina tipica milanese. «Trent'anni fa fondai l'Accademia con sede in via Gramsci a San Donato - ricorda Pietro Zanotta, presidente dell'attuale sodalizio biancazzurro -, dedicando l'intera attività al settore giovanile. Qualche stagione dopo io e Giorgio Longinotti, all'epoca presidente della Sandonatese che invece disputava anche i campionati maggiori, unimmo le due società e circa 18 anni fa proseguii da solo, visto che lui andò alla Melegnanese». Un cammino lungo e ponderato in ogni passo, anche nell'improvvisa accelerazione impressa al club cinque stagioni fa: «Il settore giovanile (responsabile Mimmo Lattante, ndr) rimane il fiore all'occhiello della nostra società, tanto che abbiamo circa 450 giocatori tesserati e siamo affiliati all'Inter, però - spiega Zanotta - furono mio figlio (Mario, l'allenatore della prima squadra, ndr) e il direttore sportivo Elvio Sassi a imprimere l'accelerazione giusta, portando idee nuove e guidando la squadra dalla Prima Categoria all'Eccellenza». Per il battesimo della vittoria celebrato nell'ultimo turno grazie al 2-0 interno rifilato alla Varesina: «Domenica è stato bellissimo - confessa l'imprenditore 73enne attivo nel ramo della ristorazione che ama seguire la gare dei "suoi" ragazzi in solitaria, ai margini del campo - e in queste giornate mi sono reso conto che non siamo secondi a nessuno. Magari siamo giovani e un po' inesperti, però i miei ragazzi, per cui sono quasi come un padre, hanno tenuto a bada autentici squadroni: qui si gioca per i colori di appartenenza più che per i rimborsi spesa». E domenica si va a Legnano dall'ex allenatore del Sant’Angelo vittorioso in Eccellenza nella stagione 2011/12 Umberto Cortelazzi, per un curioso crocevia a pari punti (7 in altrettante partite) tra storie così differenti: dilettantismo puro contro semiprofessionismo di fatto, rapporti quasi famigliari contro ambiente nevrotico: «Andremo in uno stadio "megagalattico" ma faremo la nostra parte - sogna Zanotta -, perché finora nessuno ci ha messo sotto e ce lo possiamo giocare. Non abbiamo le disponibilità economiche di molte rivali, è vero, però quasi l'intera rosa proviene dal nostro settore giovanile e per questo riusciamo a competere». Infine un appello: «Non credevo che l'Eccellenza fosse una cassa di risonanza del genere - conclude il presidente biancazzurro - e uno sponsor maggiore sarebbe davvero il benvenuto». Ricapitolando: per una buona cotoletta alla milanese recarsi al ristorante San Filippo in viale Monza, a Milano; per una bella partita di calcio invece allo stadio "Squeri", a San Donato. Garantisce Pietro Zanotta.

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