LA STORIA La “medaglia di legno” di Ivan Cerioli che sarebbe piaciuta a Sergio Mattarella

Il “pistard” di Senna Lodigiana accarezzò il podio alle Olimpiadi di Barcellona 1992: «Mi brucia non avere in casa la medaglia olimpica»

«Quando ci sono le Olimpiadi passo dei giorni col nervoso, come se ancora fossi in sella nel velodromo. Quasi mi viene il magone se penso a quel quarto posto dopo che avevamo segnato il record mondiale!». A Ivan Cerioli la rabbia è rimasta, la vis agonistica di uno come lui che ha corso e vinto in pista fino ad accarezzare il podio alle Olimpiadi di Barcellona 1992 non sfuma neppure col passare degli anni. Anche perché è idea di quest’anno quella del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di valorizzare le “medaglie di legno” pensando di ricevere al Quirinale pure coloro che sono rimasti ai piedi del podio. «Mi brucia non avere in casa la medaglia olimpica». E come dargli torto?

All’epoca 21enne, il pistard sennese veniva dall’aver messo in bacheca sette titoli tricolori, con la ciliegina della bella medaglia di bronzo ai Mondiali 1989 di Lione. «Ero entrato nel gruppo degli otto che preparavano le Olimpiadi, un traguardo da sogno che divenne realtà quando Dario Broccardo mi promosse nei cinque». Cerioli fu poi uno dei quattro titolari che strabiliarono nella prima gara siglando il nuovo primato mondiale. «Con Giovanni Lombardi, Rossano Brasi e Patrizio Trezzi eliminammo la Russia per un pelo nelle qualificazioni nel tempo di 4’15”, nuovo record mondiale, ma in semifinale non riuscimmo a bissare quel tempo e cedemmo all’Australia che corse in 4’16”». Ma c’era da disputare la finale per il bronzo. «La pressione intorno a noi era tantissima, contro la Danimarca qualche sbavatura nei cambi ci costò cara. Nel quartetto è fondamentale la sincronia e la gestione dello sforzo. Perdemmo di un soffio, per questo mi brucia ancor oggi». Nel 1992 la Germania vinse l’oro in 4’08”79 demolendo il limite mondiale. Tempo che a Parigi è stato polverizzato dal quartetto femminile americano primo in 4’04”306 , con l’Italia quarta in 4’08” 961, mentre il “treno di Ganna” ha agguantato il bronzo in 3’44”, con l’Australia prima in 3’42”067! Ivan, com’è possibile limare più di mezzo minuto sui 4 km? «C’è da dire che noi a Barcellona correvamo all’aperto mentre ora si gareggia al coperto quindi senza vento, poi i rapporti sono cambiati: noi col 52-53 cercavamo la frequenza, oggi girano con il 60 e pedalano di potenza». E cosa ti resta di Barcellona? «Resta la rabbia e l’orgoglio: la medaglia è sfumata, ma sono orgoglioso di essere stato un atleta olimpico: le medaglie possono arrivare oppure no, è la legge dello sport». In ogni caso, Ivan Cerioli una bella medaglia in casa ce l’ha, rigorosamente di legno certo, ma consegnatagli dai suoi più grandi amici: Gianluigi Granellini, Emanuele Forti e Oscar Leoni. E cosa c’è di meglio della medaglia dell’amicizia nata in bicicletta?

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