L’infortunio è un ricordo, Greta Menardo torna a volare

Vento e sale, mare e sole: Greta Menardo può tornare la ragazza lodigiana che vola nel vento. Le sue ali sono un aquilone e una tavola: il kitesurf (specialità freestyle) è il suo personalissimo modo di interpretare il sogno di Icaro. Diciassette anni da compiere tra cinque settimane, Greta ha già un palmares invidiabile in questa particolare e suggestiva pratica che mette alla prova i surfer in evoluzioni sempre più complesse sull'acqua: campionessa del mondo Juniores nel 2013, argento europeo sempre tra le Juniores nel 2010, nell'ultima stagione è tornata sul podio iridato giovanile (argento) e ha conquistato il secondo posto anche nei tricolori Assoluti. La vittoria più sofferta e più bella è però forse arrivata negli ultimi giorni: niente gare né punteggi dei giudici, solo uno stage di allenamento che terminerà domani nella spagnola Tarifa e il brivido di tornare a dare del "tu" al mare e al vento dopo l'infortunio (lesione a un tendine di un ginocchio e microfrattura del perone) che nel settembre 2014 sempre a Tarifa la obbligò a un lungo stop e a un inverno di cattivi pensieri. Il timore di non poter più vivere il “kite”, un inno alla libertà oltre che uno sport, la paura di non poter più rivivere quanto provato in un esaltante 2014.

In gara dal Brasile alla Cina

La vita della studentessa lodigiana al terzo anno del liceo classico Verri è infatti cambiata l'anno scorso proprio grazie al kitesurf: è stata contattata dall'azienda neozelandese Switch Kite (uno dei principali produttori di attrezzature per questa disciplina) che l'ha inserita nella propria "scuderia", permettendole di praticare questo sport a livello semiprofessionistico e di affrontare alcune tappe del Pkra World Tour, fino allo scorso anno il massimo circuito mondiale del kitesurf che tocca Brasile, Cina, Panama, Marocco, Egitto, Francia, Germania, Spagna continentale e Canarie (dove, a Fuerteventura, ha centrato il miglior piazzamento: sesta). Al di là del 17esimo posto nel ranking mondiale femminile (migliore tra le italiane) la campionessa del mondo Juniores ha avuto la chance di affrontare avventure importanti per una 16enne non solo nei teatri di gara ma anche alle Hawaii, dove ha fatto tappa a inizio agosto per lo shooting fotografico dello sponsor (che le sarebbe poi fruttato tra l'altro anche il riconoscimento come migliore "brand ambassador" da parte del magazine online "KiteSista"). «È stata forse l'esperienza più bella della mia vita - ricorda Greta -: ho vissuto con i migliori “riders” del mondo in una casa sulla spiaggia in uno dei posti più suggestivi del pianeta. Sono stata fortunata: Switch Kite ha deciso di investire su di me a 15 anni».

Dall’hockey al surf

Che il kitesurf sia una disciplina in ascesa lo dimostra anche l'interessamento della Virgin. Il colosso dell'imprenditore Richard Branson infatti accompagnerà tutto il circuito internazionale di questa stagione, cambiandone completamente la formula: un circuito più elitario, dai contorni ancora piuttosto fumosi, con solo dodici atlete partecipanti per ogni tappa. Accedere alle sette tappe della seconda metà di stagione del circuito conquistando uno dei tre pass disponibili nella prova di qualificazione di Tarifa in luglio è uno degli obiettivi stagionali della giovane lodigiana, che punta anche a surfare ad alto livello nella prova di Podersdorf (Austria) del Kitesurf Tour Europe in giugno e nei campionati italiani Assoluti (tre tappe: il 19-21 giugno a Salto di Fondi, il 17-19 luglio a Grosseto e in data da definire nella sarda Porto Botte).

D'altronde lo sport e il mare (di cui si è innamorata grazie a mamma Francesca) sono sempre stati nel Dna della giovane lodigiana, che ha praticato nel contempo anche atletica leggera, scherma e hockey su pista (facendo appassionare papà Roberto) e ha scoperto il kitesurf a otto anni, nel Grossetano, per imitare alcuni amici più grandi che già l'avevano "assaggiato" ma anche perché attratta «dal suo essere davvero poco comune».

Un “fenomeno” social

Greta Menardo non è soltanto una realtà a buon livello internazionale nella disciplina ma anche un piccolo fenomeno a livello social: il contratto con Switch Kite prevede infatti una forte presenza su Facebook e Instagram e la 16enne lodigiana non si è certo tirata indietro dal ruolo di "ambasciatrice" di uno sport giovane e di tendenza. La sua fan page su Facebook ha già superato abbondantemente i 5mila "mi piace", richiamati anche dalle spettacolari immagini dalle Hawaii a proporre un cocktail esplosivo di mare, tramonti, bikini e gesti atletici di livello: «Porto il messaggio di una disciplina che sta crescendo; la popolarità mi fa molto piacere, al pari dei messaggi di incoraggiamento che a volte arrivano anche da chi vive dall'altra parte del mondo».

Gli albori di una vita da "globetrotter" hanno però anche delle controindicazioni. Le tante trasferte per gareggiare ma anche per allenarsi (è tesserata per la Maselli Kite School, con base sul lago di Garda: l'appartenenza a un club bresciano le è peraltro valsa la consegna del prezioso premio "Leonessa" a Palazzo della Loggia a Brescia lo scorso 8 marzo) l'hanno vista spesso viaggiare da sola: da un lato il suo inglese si è decisamente rafforzato («È stata una necessità»), dall'altro il kitesurf semiprofessionistico non è una passeggiata da conciliare con gli studi. Se poi ci si mettono di mezzo pure gli infortuni la situazione può anche complicarsi: «Gli ultimi mesi sono stati duri, ma non è stata la pressione degli sponsor a pesare: mi è mancata la tavola e il suo messaggio di libertà». Greta scruta l'orizzonte e sogna: ora può tornare a sentirsi davvero libera.

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