SENNA LODIGIANA Comincia alla grande la carriera di allenatore di Luigi Susani, 46enne milanese trapiantato a Casale, vittorioso nell’ultimo campionato di Prima Categoria alla guida dell’Oratorio Senna. Evidentemente il lungo girovagare da calciatore sui campi della Brianza prima, del Pavese e del Lodigiano poi gli hanno giovato, mettendo a frutto quanto di buono gli hanno trasmesso tutte quelle esperienze. Del resto il suo ruolo era proprio quello del regista, che dunque sa guidare la squadra con la sapienza del tocco vellutato, in grado anche di trasformare i calci da fermo da fuori area: «Non mi ricordo molto dei miei trascorsi da giocatore - precisa il mister del Senna -, solo che ero famoso perché segnavo spesso su punizione e avevo anche un bel calcio preciso e di collo piede che metteva in movimento i miei compagni. Una punizione che mi viene in mente, sicuramente la più importante, è quella che decise uno spareggio play off nella stagione 2003/2004 alla Pro Vigevano contro il Borgo San Siro che ci permise di vincere 2-1 e di passare in Promozione». I suoi inizi comunque risalgono al Calvairate, prima al settore giovanile e poi con il successo in Seconda Categoria; da lì poi una dozzina di campionati in Promozione al Novopera, al Cologno Monzese e al Cesano Maderno, con una puntatina in Eccellenza al Desio. Arriva poi al Villanterio con un successo in Prima Categoria: «E un periodo molto bello, anche perché ho legato parecchio con quell’ambiente». Poi la Pro Vigevano di cui si è detto, il Frigirola e il Magherno con un altro campionato vinto in Prima. A 38 anni Susani arriva a Melegnano e si presenta con un successo in Seconda: conosce Claudio Monaco e inizia un sodalizio che continua tuttora e con ottimi risultati. Ancora la Pro Melegnano e poi l’approdo a Senna a 40 anni, prima in campo e poi in panchina, fino all’ultimo grande salto. «Alleno in pratica da quattro anni e nella stagione appena conclusa abbiamo festeggiato questa promozione forse un po’ inattesa, ma che ci ha dato una immensa soddisfazione perché voluta e cercata fino all’ultimo, anche quando sembravamo spacciati. È stato evidentemente determinante lo scontro diretto con il Castelleone: perdendo saremmo andati a -10 e sarebbe tutto finito, vincendo invece siamo andati a -4, rimettendo tutto in gioco e con una grande carica che alla lunga è stata determinante. Devo ringraziare la società, i ragazzi, Monaco, che mi ha portato a Senna, perché non avrei mai pensato di vivere una gioia così grande». Ma Susani si ferma qui: «Dobbiamo però dimenticare tutto questo e pensare al 17 agosto, quando riprenderà la nuova avventura, diciamo un nuovo ciclo, perché sarà tutto diverso. E io per esempio devo pensare ad allenare un elemento come Marco Dalcerri, che si rimette in gioco a 39 anni con una nuova maglia, dopo tutto quello che ha fatto. Averlo in squadra sarà uno stimolo in più per me e un punto di riferimento per tutti, come quello di allenare giovani di qualità, provenienti da società di categoria superiore, che devono darci una mano a trovare prima possibile l’equilibrio che piace a me». Dunque Susani è sempre alla ricerca della formula giusta per far funzionare un meccanismo che in questi anni è parso subito vincente: «Parto sempre da una difesa a quattro, ma non disdegno di attaccare muovendo sempre gli interpreti con o senza palla. Diciamo che preferisco il 4-2-3-1 che sappia adattarsi a ogni situazione, anche se si può essere comunque offensivi con un 4-4-1-1 che adotti i movimenti giusti. E naturalmente sono curioso di valutare questi accorgimenti in Promozione, visto appunto che per noi sarà tutto nuovo e troveremo avversari di altra caratura rispetto al recente passato». Certo, il mister di origini milanesi non deroga da un atteggiamento il più possibile corretto da parte dei suoi giocatori, considerato quanto ha notato dalle nostre parti, rispetto alle precedenti esperienze: «C’è la tendenza a “prendersela” troppo spesso con le decisioni dell’arbitro, per mascherare magari insuccessi o errori che possono capitare. Nelle altre zone in cui sono stato invece non è così. Da queste parti è un’abitudine un po’ troppo diffusa, che certo non condivido, soprattutto da parte di miei colleghi che già allenano in Prima Categoria, dove l’errore arbitrale dovrebbe essere tollerato senza problemi. Vedremo se sarà diverso in Promozione». Per Susani peraltro il calcio è ormai parte integrante della vita e lo coinvolge al di là delle immancabili esigenze familiari: «Sono separato con un bambino, che dunque merita la massima attenzione, oltre al lavoro naturalmente, anche se sto vivendo questo momento sportivo in modo coinvolgente, pensando molto a quello che mi aspetta fra pochi giorni con l’inizio del nuovo campionato. Naturalmente guardo anche il calcio ai massimi livelli da semplice appassionato, oltre a qualche altro sport, magari per prendere spunti sempre utili da trasmettere in campo, pur sapendo di essere solo fra i dilettanti. Ma tutto serve, soprattutto se si vuole stare aggiornati e migliorarsi giorno dopo giorno».
© RIPRODUZIONE RISERVATA