
QUATTRO GIORNI NELLA TEMPESTA
Subito le condizioni meterologiche mettono a dura prova l’equipaggio: « A bordo non ci si ferma mai alternando turni di 8 ore durante il giorno a turni di 4 ore di notte - continua Ghidoni, che da diverso tempo aspettava l’occasione di misurarsi con una traversata transoceanica -. Il susseguirsi dei temporali nei primi quattro giorni di navigazione ha messo in difficoltà il team in quanto gli sbalzi di vento e di intensità costringono a continui cambi di vele: in queste condizioni una barca di regata costruita in fibra di carbonio diventa invivibile al suo interno perché tutto si bagna, compresi il cibo, la branda e l’abbigliamento tecnico, e sembra di vivere in una sorta di “lavatrice”». Un’altra immagine rende bene l’idea del viaggio: le montagne russe. «L’andamento di bolina con una barca da regata come il TP 52 mette davvero a dura prova il fisico e la mente in quanto le onde sbattono continuamente sullo scafo e la barca si trasforma in un trenino imbizzarrito modello montagne russe che per giorni e notti ti toglie il sonno e ti stringe lo stomaco. È complicato persino preparare un pasto caldo, ma anche lavarsi, dormire o vestirsi in uno scafo che subisce ondate alte 3-4 metri a dritta. Tutto diventa difficile e pericoloso e soprattutto di notte fuori in pozzetto è obbligatorio legarsi perché, in caso di caduta in mare, le possibilità di essere ritrovato o di sopravvivere sono molto scarse soprattutto viaggiando a 10-15 nodi».
TRA I DELFINI E LE BALENE
Ma dopo la tempesta arriva sempre la quiete, segnata da un “paesaggio” da fine del mondo: “Dopo giorni di ostile navigazione arrivano finalmente gli alisei e ci riempiono i polmoni di una brezza amica e ci spingono con forza verso il mar dei Caraibi, direzione 270 gradi - racconta Ghidoni nel suo diario di bordo -. Balearia vola e le miglia iniziano a scendere. I giorni di navigazione si alternano veloci e le notti piene di stelle ci fanno sentire protetti: i delfini e le balene ci salutano costantemente facendo sentire il loro saggio respiro e sembrano guidarci verso terra”. La meta è ormai a un passo: dopo 16 giorni di navigazione e 3063 miglia nautiche, l’11 dicembre Balearia taglia il traguardo di Santa Lucia al 14esimo posto su 250 imbarcazioni partecipanti. «Una soddisfazione enorme - conclude Ghidoni -: attraversare l’Oceano Atlantico è sempre una grande sfida e arrivare in sicurezza a destinazione senza danni all’equipaggio e alla barca ci ha fatto esplodere di gioia».
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