Altro rogo nel palazzo in costruzione

Secondo incendio in due giorni nel cantiere di via Matteotti

Un altro rogo, nel giro di due giorni, è divampato in un appartamento, tra via Matteotti e via Trieste a San Giuliano, in quello che dovrebbe essere un nuovo condominio della residenza dei Tigli. Per cause, al momento, inspiegabili il fuoco è tornato a covare sotto le coperture del tetto sabato poco dopo la mezzanotte. Fiamme altissime, visibili a distanza, sono state spente dai pompieri giunti sul posto da Piazzale Cuoco. I carabinieri sono arrivati per i sopralluoghi di rito. Per un’ora hanno lavorato all’ultimo piano per la sua messa in sicurezza. Il bilancio è ben più grave rispetto all’incidente di giovedì: la superficie bruciata è di circa 40 metri quadrati e sono stati danneggiati i comignoli appena posati e le guaine isolanti. «Sono stato svegliato dalla sirena dei pompieri - racconta D. Z. -: mi sono affacciato al balcone e ho visto un gran fumo e le fiamme. Io abito vicino ad un palazzo in costruzione e incredibilmente per la seconda volta è andato a fuoco il tetto. I danni sono stati limitati grazie alla tempestività dell’intervento dei vigili, ma il tetto era annerito e il legno delle travi tutte bruciacchiate: un bel disastro anche se gli operai non mi sembravano molto preoccupati». Due mezzi dei pompieri sono arrivati e hanno lavorato a lungo anche per capire le cause dell’incendio: hanno messo in sicurezza il soffitto e l’altra squadra ha seguito le operazioni a terra sotto gli occhi di qualche curioso. Non si sa ancora con certezza per quale motivo il rogo si sia sprigionato, visto che in cantiere non c’era nessuno. «So che di mattina gli operai erano nel cantiere e hanno eseguito dei lavori - racconta D. Z. -: sul tetto c’era una bombola del gas e dopo il primo incendio è stato ricoperto col cellophane. Probabilmente c’era ancora qualche tizzone e il fuoco è ritornato a spaventarci. In ogni caso, so che il giorno dopo gli operai sono tornati nel cantiere. Non hanno toccato il tetto, ma hanno fatto dei lavori a terra. Speriamo che non avvenga più nulla del genere».

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