Appalti truccati, il Comune di Peschiera licenzia la dirigente
Licenziamento in tronco per D.G., la dirigente comunale di Peschiera Borromeo che nel 2014 era rimasta coinvolta nello scandalo delle gare di appalto truccate, finendo inizialmente agli arresti domiciliari per quattro distinte ipotesi di reato e tre capi di imputazione. La commissione disciplinare interna all’istituzione locale ha giudicato negativamente la sua condotta, anche a fronte della condanna della corte d’appello, emettendo un provvedimento, «senza preavviso con decorrenza immediata», attraverso cui scioglie il contratto lavorativo.
Con la determina numero 589 del 21 settembre 2016, pubblicata all’albo pretorio, si chiude un capitolo che ha fatto particolarmente discutere la realtà locale, tanto da balzare addirittura agli onori della cronaca giornalistica nazionale. Il documento è, in sostanza, la presa d’atto degli effetti della sanzione, tradotta in licenziamento, decisa dal segretario comunale, dal responsabile finanziario e dal responsabile del personale, riuniti a collegio nella commissione disciplinare, da parte della dipendente D.G..
Alla diretta interessata, a cui la comunicazione è stata notificata in data 15 settembre 2016 - praticamente anche il suo ultimo giorno di lavoro -, sono state attribuite responsabilità significative, derivanti da un’indagine della procura della Repubblica di Milano e della guardia di finanza di Melegnano - su esposto del maggio 2013 presentato dal comandante della polizia locale di Peschiera Borromeo - che si è tradotta in una condanna.
Da principio, a suo carico erano stati emessi tre capi di imputazione. I primi due - turbativa d’asta e truffa ai danni di ente pubblico - relativamente a due appalti di impaginazione, grafica e stampati, da circa 60 e 80mila euro per i bienni 2011-2012 e 2013-2014, sarebbero decaduti con l’assoluzione al processo d’appello.
I giudici del secondo grado di giudizio invece avevano riconosciuto la sua colpevolezza all’ipotesi di abuso d’ufficio, con condanna a un anno di reclusione con la condizionale e risarcimento al Comune - costituitosi parte civile - di 1000 euro per danni morali.
La dirigente avrebbe siglato alcuni mandati di pagamento all’azienda grafica Sirio sebbene fosse sprovvista di Durc regolari (certificazione di versamento per i lavoratori di imprese che prendono appalti pubblici).
Va aggiunto che D.G. era stata assolta anche per l’abuso d’ufficio in riferimento al mercatino francesce del 3 settembre 2009, contestato perché alla gara d’appalto era stata chiamata solamente una società, peraltro di proprietà del compagno della donna, a fronte della richiesta urgente del municipio sopraggiunta il 30 agosto.
Il suo avvocato in una precedente intervista al «Cittadino» avrebbe chiarito che all’epoca tra i due non sussistevano relazioni.
Ad ogni modo il verdetto di colpevolezza a carico di D.G. ha indotto la commissione disciplinare comunale al licenziamento in tronco e con decorrenza immediata. Forse il primo nella storia del Comune. Di sicuro negli ultimi 15 anni.
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