Bar a rischio: «Pronto a gesti estremi»
Il grido di dolore è stato lanciato dal titolare del bar sulla via Emilia: il Baracchino di Poldo potrebbe venire chiuso per le ragioni di pubblica sicurezza
Tra gli avventori del suo bar ci sono delinquenti e pregiudicati, e lui rischia la sospensione della licenza. Un mutuo sulle spalle e un bambino da mantenere, la chiusura temporanea del locale manderebbe in crisi il bilancio famigliare.
È il ritratto della disperazione Rocco Menzella, 47 anni, titolare del Baracchino di Poldo, piccolo bar sulla via Emilia, vicino alla stazione. Dopo una serie di controlli effettuati dai Carabinieri lungo il mese di maggio, l’altro ieri è arrivata la notifica di avvio del procedimento che potrebbe portare alla serrata del locale, in osservanza all’articolo 100 del testo unico sulla pubblica sicurezza. Tra i clienti sono stati trovati delinquenti di ogni sorta: dal traffico di stupefacenti allo sfruttamento della prostituzione, dai maltrattamenti domestici alla resistenza a pubblico ufficiale.
Il bar viene indicato come «punto di riferimento per attività di spaccio». In osservanza alla normativa, i carabinieri hanno chiesto al Questore la chiusura temporanea del locale, per motivi di pubblica sicurezza: secondo la legge basta il capannello di clienti “pericolosi” per valutare la serrata temporanea. Un provvedimento già subito da diversi esercizi di San Giuliano, e dallo stesso Menzella nel giugno scorso.
Dieci giorni di interruzione che sono significati circa 3 mila euro sottratti alle finanze famigliari. «Da nessuna parte è scritto che ho legami con queste persone - ribatte Menzella -. Io sto dentro il locale, non posso sapere cosa succede fuori. E di certo non posso conoscere i precedenti penali di chi mi chiede una birra, né tantomeno rifiutarmi di fare entrare qualcuno».
È affranto dal nervosismo, da una notte insonne e dai brutti pensieri che l’hanno portato a riempire un flacone di benzina, preso dalla tentazione di un gesto eclatante. Un’azione che non compierà, spiega tra le lacrime, «perché penso a mio figlio, che però se dovessero chiudermi ancora il bar non saprei come sfamare. Sono un lavoratore onesto, da 23 anni gestisco attività a San Giuliano. Perché è sempre la gente che lavora a pagare? Quando i carabinieri trovano delinquenti nel locale, perché non se li portano via?».
D’altronde, aggiunge Menzella, il primo ad essere danneggiato dalle cattive frequentazioni è proprio lui: «Ho amici e clienti che non vengono più nel mio bar perché hanno paura. Non è piacevole avere a che fare con certi personaggi. Nei rari casi in cui li portano via, il giorno dopo sono ancora qui. Io cosa posso fare? Bisogna tutelare la sicurezza, senza colpire chi lavora».
Ieri mattina ha appeso sulla porta del locale un cartello di protesta per denunciare quanto gli è accaduto, e stamane sarà in municipio a chiedere tutele. Intanto il titolare del Baracchino non si dà pace per la situazione in cui si è venuto a trovare: «In questo momento cerco di stare lontano dai miei famigliari, ho paura di avere un colpo di testa. Ho perso il piacere di lavorare».
Riccardo Schiavo
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