Bomba ecologica di Ca’ del Lambro, due mesi di analisi e poi la bonifica
A breve si partirà con i carotaggi nel sito contaminato di Mediglia
Due mesi di ulteriori analisi sui terreni di Ca’ del Lambro per definire i livelli d’inquinamento e l’estensione della contaminazione. Una bomba ecologica sulle rive del Lambro che potrebbe interessare non più solo il comune di Mediglia ma in parte anche San Giuliano. Da qui l’avvio di nuovi carotaggi destinati a concludersi con la presa in carico della Regione delle attività di bonifica. Il quadro lo ha illustrato il sindaco Paolo Bianchi, dopo che martedì scorso si è tenuta a Mediglia una riunione con la società che eseguirà il piano di caratterizzazione per definire il programma degli interventi. «Per la nostra amministrazione era presente il caposettore, l’architetto Veronica Marziali - illustra il sindaco Bianchi -. Un appuntamento importante, perché si è tenuto il giorno dopo il penultimo decreto del presidente del consiglio per valutare l’esecuzione dei lavori sulla base di esso». Di fatto è stata concordata la presa di possesso dell’area che avverrà venerdì e dopo la commemorazione dei defunti si procederà con allestimento del cantiere che dovrebbe durare probabilmente due settimane. «Tutto questo viene svolto per integrare la caratterizzazione già eseguita su indicazioni dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) e Città metropolitana - sottolinea il primo cittadino -. Nel mentre anche il Comune di San Giuliano sta procedendo con i carotaggi. È ragionevole ritenere che tra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo si possa avere la relazione definitiva sullo stato dei luoghi e della contaminazione degli stessi, sia su Mediglia che su San Giuliano. Nel caso altamente probabile che fosse interessato dall’inquinamento anche San Giuliano, la competenza passerà dall’amministrazione di Mediglia a Regione Lombardia, com’è previsto dalla legge in quanto sono coinvolti due Comuni e non solo uno. Per quanto ci riguarda, dopo 5 anni di amministrazione, abbiamo chiuso una procedura che era ferma da 30 anni. Tra la fine di quest’anno e l’inizio dell’anno prossimo avremo un quadro completo dello stato dell’arte. E finalmente si potrà intervenire per disinnescare questa bomba ecologica».
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