Carpiano, l’omicidio di Umberto Mormile: chiesti otto anni per i due pentiti

Nel 1990 l’educatore carcerario di Montanaso fu crivellato di colpi a Carpiano dalla’ndrangheta

La Procura della Repubblica di Milano ha chiesto questa mattina 20 settembre la condanna a otto anni di reclusione, per i due collaboratori di giustizia Vittorio Foschini e Salvatore Pace, che, rei confessi (anche se trent’anni dopo), si ritiene abbiano fornito supporto morale e materiale all’organizzazione dell’omicidio di Umberto Mormile, l’educatore del carcere di Opera ucciso dalla ’ndrangheta l’11 aprile del 1990 sulla Binasca a Carpiano, mentre si recava al lavoro. Mormile, che aveva 36 anni, abitava in quel periodo a Montanaso Lombardo assieme alla direttrice del carcere di Lodi Armida Miserere, che fu trovata suicida 13 anni dopo nel carcere di Sulmona che era passata a guidare. Si sono costituiti parte civile la figlia Daniela Mormile, la sorella Nunzia e il fratello Stefano, rappresentati dall’avvocato Fabio Repici. Il verdetto è atteso per il 2 febbraio. Per l’assassinio erano già stati condannati come mandanti i boss della ’ndrangheta Antonio Papalia e Franco Coco Trovato e come esecutori materiali Antonio Schettini e Antonino Cuzzola, oltre a Domenico Papalia. In questo terzo processo la ricostruzione accusatoria avvalora anche l’ulteriore filone che inquadra il delitto in una richiesta proveniente da non meglio precisati “ambienti dei servizi segreti” che avrebbero commissionato agli esecutori anche una telefonata di rivendicazione come “Falange armata”. Mormile avrebbe pagato con la vita la sua scelta di non fare “favori”, in termini di pareri favorevoli per i permessi premio, a esponenti della criminalità organizzata.

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