Centro della “maga”, operai al lavoro

Movimenti in pieno corso all’interno della Fondazione Ester Barbaglia di San Giuliano Milanese. A dare credito ai cartelli appesi fuori dalle cancellate di via Gorky, entro settembre i residenti vedranno qualche risultato concreto in questo “enigma” che da una decina d’anni circa si presenta a chi imbocca la strada di Zivido arrivando dal centro città.

La Fondazione Ester Barbaglia è una delle opere più fantomatiche del Sudmilano. Avrebbe dovuto essere un centro medico, una casa di cura o forse di ricerca medica. Tutto sulla carta: ma da un po’ di tempo non c’è dubbio che i movimenti esterni fervano e l’edificio appaia avviato a qualche obiettivo finale. Checchè ne sia stato della sua promotrice e benefattrice: dell’81enne Ester Barbaglia a quanto pare si ignora persino il domicilio attuale. Ma l’idea di un centro terapeutico o di soggiorno per anziani o degenti di lungo periodo non pare affatto abbandonata: i curiosi che arrivano qui in bici o a piedi non si trovano di fronte il degrado, bensì un cantiere. Molti si sono interessati nei mesi scorsi alla figura della “maga Ester”. Cartomante a quanto pare di gran successo se è vero che il suo patrimonio personale è misurato in trenta milioni di euro; sedicente amica e consulente “astrale” di potenti, benefattrice del San Raffaele. Più volte finita in tribunale attraverso intricate vie, uscendone peraltro anche con assoluzioni, come quella per riciclaggio di soldi della ‘ndrangheta calabrese. Meno si sono posti la domanda del perchè i lavori sembrino lavori “veri”, nella non minuscola struttura che si staglia con le sue persiane chiuse ed un aspetto tutto sommato dignitoso dalla parte verso Zivido; con un visibile degrado invece nella parte posteriore, che fiancheggia via Brigate Partigiane. Suonando al citofono dalla parte di Zivido non risponde nessuno. Sul tetto campeggia una grande insegna nella quale il progetto è qualificato come “Fondazione onlus Verri Barbaglia” di Carlo Maria Ester Verri Barbaglia. Girato l’angolo dalle dichiarazioni di inizio attività si apprende che il committente delle opere è la stessa fondazione, mentre il coordinamento tecnico e l’esecuzione pratica sono affidati a un professionista e una ditta sangiulianese.

L’intervento è qualificato come “manutenzione ordinaria” e a fare fede al cronoprogramma si dovrebbe concludere il 13 settembre prossimo. I quattro operai al lavoro dentro non dicono molto, ma qualcosa sì su quello che stanno facendo sotto il sole già cocente e a quanto pare senza interruzioni estive: «Mettiamo in riqualificazione l’intonaco del retro e abbiamo fatto manutenzione anche nelle stanze interne. Dentro ci sono una ventina di camere, niente arredi ovviamente. Lo stato della struttura nel complesso è ancora buono, non bisogna lasciarsi ingannare dall’apparenza». Se San Giuliano avrà in questo modo la sua prima casa di riposo - perché questo di fatto avverrebbe - lo si saprà in autunno.

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