CERRO Nelle pagine di Mario Calabresi la verità su Carlo Saronio
L’ex direttore di Repubblica ha presentato il libro sulla fine del 26enne discendente della famiglia che fondò la chimica di Riozzo, rapito e ucciso da estremisti di sinistra
Stefano Cornalba
«L’ho scritto soprattutto per la figlia Marta, per tanti anni non ha fatto domande sul padre mai conosciuto, ma non si può vivere in eterno con i fantasmi: arriva sempre il giorno in cui dobbiamo fare i conti con le memorie, anche le più dolorose». Sabato a Cerro l’ex direttore di Repubblica Mario Calabresi ha presentato così Quello che non ti dicono, il libro nel quale racconta la tragica storia di Carlo Saronio, la cui famiglia sino a metà degli anni Sessanta ha gestito l’industria chimica ai confini tra Melegnano e la frazione di Riozzo. Davanti ad una folta platea che ha gremito il cortile di palazzo Annoni, il noto giornalista ha descritto la genesi della storia che il 15 gennaio 2020 ha preso le mosse proprio da Lodi quando, al termine della presentazione del libro La mattina dopo, venne avvicinato da Marta Saronio, la figlia di Carlo, che gli chiese di aiutarla a conoscere la verità sul padre morto nel 1975 quando lei non era ancora nata, vittima del terrorismo che in quegli anni iniziava ad insanguinare l’Italia. «Dopo aver ricevuto un’analoga richiesta da padre Piero, missionario cugino di Marta, ho quindi riannodato i fili di una storia mai raccontata, attorno alla quale erano ancora tante le cose non dette - ha affermato Calabresi, figlio del commissario di polizia Luigi anch’egli ucciso dal terrorismo nel maggio 1972 -: iniziando un viaggio alla ricerca delle tracce di quel 26enne figlio di una delle famiglie più benestanti di Milano, ho scoperto che ad ucciderlo erano stati proprio gli amici con i quali condivideva gli ideali rivoluzionari. Sempre scavando nei ricordi degli anni Settanta, in quel caso collegata alla morte di Giangiacomo Feltrinelli avvenuta nel marzo 1972, sono venuto a sapere che l’ultima inchiesta di mio padre riguardava proprio l’amico che nel 1975 architetterà il rapimento di Carlo. Posso insomma dire di aver concluso le indagini di mio padre, ecco perché questa storia interessa da vicino anche me».
Dopo aver ricevuto in dono dal sindaco Gianluca Di Cesare un libro sulla storia del paese, la giornata a Cerro di Calabresi si è conclusa con la visita alla mostra fotografica nel centro civico del Comune alle porte di Melegnano.
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