«Tutti in cassa, me ne vado. Per colpa di magistratura e sindacato». A lanciare la provocazione è Gabriele Fantini, patron della Smi di Cervignano, sorta nel 1969. «Mi hanno messo i bastoni tra le ruote - lamenta -, non ce la facciamo più. Il 9 gennaio abbiamo inoltrato la domanda di cassa integrazione ordinaria per 85 persone, per 3 mesi. Adesso abbiamo messo in vendita l’azienda, dividendola per settori. Abbiamo già ricevuto richieste. Siamo in trattativa con due imprenditori, ma che non sono del territorio. All’inizio terremo la parte commerciale, ma non abbiamo ancora le idee chiare sul numero del personale e neanche se poi continueremo. Stiamo subendo gli eventi, da un lato il mercato e dall’altro gli attacchi dei sindacati. Volevamo resistere, ma ci hanno coperti di cause. Il nostro obiettivo ora è non andare in fallimento, non trovarci in difficoltà a pagare debiti e stipendi». La fabbrica si occupa di stampaggio e lavorazione di componenti in plastica e tessuti gommati per contatori del gas. «Le chiusure programmate sono già partite - spiega Fantini - e vengono concordate settimanalmente. Nel primo mese sono state tra il 25 e il 30 per cento». Fantini se la prende con Cgil e magistratura: «Nel corso degli ultimi 3 mesi - commenta l’imprenditore - la Smi ha coraggiosamente continuato la sua battaglia per salvaguardare i posti di lavoro e le competenze acquisite dai dipendenti e anche dai fornitori, procurandosi apprezzamenti in tutto il mondo. Purtroppo, in questa situazione delicata, gli attacchi pretestuosi della Cgil, unitamente ad una magistratura incurante della necessità di tutelare il tessuto economico e propensa a difendere all’estremo i diritti dei lavoratori, hanno obbligato la proprietà ad aprire la cassa e a mettere in vendita l’azienda. La vendita e la conseguente riduzione del personale rappresenta, probabilmente, agli occhi dei sindacati, come una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori». Fantini parla di «accanimento di sindacati e magistratura nella distruzione del tessuto economico». «Una impresa non si chiude perché il sindacato è intervenuto per difendere 4 lavoratori licenziati che si sono rivolti a noi - ribatte il segretario della Cgil Domenico Campagnoli -. Se la magistratura, in un periodo come questo, ci ha dato ragione, vuol dire che i licenziamenti erano sbagliati. In quell’azienda noi non siamo presenti, quindi l’imprenditore poteva fare quello che voleva, ma non andare oltre le leggi. Il nostro mestiere è difendere i lavoratori che si rivolgono a noi».
Gesto clamoroso di Gabriele Fantini, patron della Smi di Cervignano, sorta nel 1969: dopo l’ennesima causa di lavoro manda in cassa integrazione 85 dipendenti e vende
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