Cinque neonati in volo dalla Romania,
intervento d’urgenza del dottor Giamberti a San Donato
I bimbi arrivati al Policlinico di San Donato con cardiopatie congenite
Rischiavano di morire per una cardiopatia congenita. Cinque neonati sono volati in un giorno, da Bucarest al Policlinico di San Donato, per un delicato intervento. Ad operare i piccolini è stato il primario di cardiochirurgia pediatrica Alessandro Giamberti. Florea, Andreea, Teodor, Kevin e Matei sono atterrati a Malpensa, con un volo d’urgenza, giovedì. Ad attenderli, grazie all’organizzazione dell’ufficio di cooperazione internazionale dell’ospedale, c’erano 5 ambulanze, 5 medici e 5 infermieri del Policlinico. «C’è stata una richiesta urgente da parte della Romania - spiega il medico -. Erano tutti affetti da cardiopatie molto complesse. I 5 bimbi, che hanno dai 3 giorni di vita ai 3 mesi, tutti insieme, pesano soltanto 11 chili: il più piccolo è addirittura un chilo e 700 grammi e il più grande 3 chili». Ieri il dottor Giamberti ha operato la bimba che ha 3 mesi, pesa 2 chili e mezzo ed era affetta da una endocardite che aveva devastato la valvola mitrale. «Anche in Romania stanno vivendo il periodo di restrizioni correlate al covid - dice Giamberti -. Tutta l’attività è stata concentrata a Bucarest. Noi abbiamo rapporti da tanto tempo con l’università di Bucarest e da tempo avevano chiesto di dar loro una mano ad operare i bambini, ma noi non potevamo per via della pandemia. Appena hanno saputo che eravamo in grado di ricominciare siamo stati subito contattati». Due bambini sono stati operati venerdì e gli altri due saranno trattati nei prossimi giorni: uno è in terapia intensiva e l’altro in reparto. «Dovremo operarli in settimana - spiega il primario -, adesso abbiamo fatto Tac e risonanza». La prima aveva una stenosi delle grandi arterie, un altro il cruore a criss cross (i due ventricoli, invece di essere uno di fianco all’altro sono uno sopra e l’altro sotto, ndr). Gli altri due piccoli, invece, erano affetti da una atresia polmonare con canale atrioventricolare completo. «Era da vent’anni che non vedevo un piccolo con questa cardiopatia - spiega -. Qui ne ho visti due in un giorno solo».
I 3 neonati che sono stati già operati stanno meglio. Il bimbo operato venerdì è stato staccato dai ventilatori della terapia intensiva e, nel fine settimana, sarà trasferito in reparto.
«Adesso, oltre alla Romania ci sono paesi come Egitto e Tunisia che stanno cercando di arginare la pandemia. Da loro la situazione è particolarmente difficile - annota il cardiochirurgo -. Noi abbiamo tutta la voglia e l’affetto di aiutarli, ma dobbiamo stare attenti all’applicazione delle norme anti contagio. Ventiquattr’ore prima del loro arrivo genitori e bambini devono essere sottoposti al tampone. Poi vengono ricoverati da noi nella zona grigia e considerati come se fossero positivi e fino a quando non c’è la conferma che sono negativi non possono essere trasferiti negli altri letti dell’ospedale». A fine mese arriveranno 5 bambini dall’Egitto. «Nei loro paesi - ammette Giamberti - la sanità non è in grado di soddisfare tutte le richieste. In Egitto si operano 5mila bambini , ma ne nascono 18mila all’anno. Con la Romania noi abbiamo un bel rapporto. Il responsabile della cardiochirurgia della clinica Maria Curie di Bucarest si è formato a San Donato. Ci ha chiesto lui di aiutarlo, non sapeva come fare con tutti quei casi. Così io e il mio collega primario della terapia intensiva post operatoria pediatrica Giuseppe Isgrò ci siamo messi a disposizione».
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